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Imu bocciata dall'Unione europea: "Non è equa, italiani più poveri"

Giulio Bucchi
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L'Imu deve essere modificata, anche perché così com'è rischia di impoverire gli italiani. A dirlo non è Silvio Berlusconi, che dell'abolizione della tassa sulla casa ha fatto l'argomento forte della sua campagna elettorale, ma l'Unione europea. Nell'analisi del Rapporto Ue 2012 su Occupazione e sviluppi sociali, si sottolinea come per essere più equa ed avere un effetto redistributivo, la contestata legge debba diventare più progressiva. Così com'è, in pratica, è troppo simile ad una patrimoniale e e alla vecchia Ici. "Più poveri" - Le nuove tasse sulla proprietà "non hanno un impatto sulle disuguaglianze in Estonia e Italia", prosegue il rapporto europeo, secondo cui è previsto che determinino "un leggero aumento della povertà" in Italia. Secondo il rapporto, anche se la nuova tassa comprende alcuni aspetti di equità. E sulla progressività accennata, in particolare, la Commissione cita l'aggiornamento dei valori catastali, le deduzioni non legate alla capacità dei contribuenti a pagare le imposte sul reddito, una definizione di residenza principale e secondaria. Marcia indietro - In realtà in serata l'Ue ha comunicato alcune precisazioni rispetto alla bocciatura dell'Imu: a provocare un "leggero aumento della povertà in Italia" non è la nuova imposta sugli immobili introdotta l'anno scorso, bensì la vecchia Ici, e la valutazione contenuta nel rapporto diffuso oggi dalla Commissione Ue sull'Occupazione e gli sviluppi sociali "riguarda la situazione nel 2006 e non la nuova tassa". La relazione della Commissione, precisa ancora la nota di Laszlo Andor, "non analizza l'impatto redistributivo della nuova tassa e non suggerisce che la riforma abbia un qualsiasi effetto negativo sulla povertà o sulla distribuzione del reddito". Il rapporto "puntualizza semplicemente che la riforma dovrebbe avere un impatto più progressivo sulla distribuzione del reddito se sposta la sua base di calcolo dai valori teorici catastali ai valori di mercato". In effetti, "il governo italiano ha proposto una revisione di questo tipo ma non è stata accettata dal parlamento italiano".  

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