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Legge di stabilità, stangata su Partite Iva, Irap, bonus e detrazioni: ecco chi pagherà (e quanto) la manovra di Renzi

Giulio Bucchi
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La legge di Stabilità per ora è un mucchietto di slide, qualche bozza clandestina e tante ipotesi. Alcune, in verità, preoccupanti: dall'Irap prima scontata e poi (forse) riaumentata (anche sul modesto taglio del 10% concesso nell'aprile 2014), ai tagli alle Regioni che dai 4 miliardi, potrebbero lievitare a 6,2. Di buono c'è che ieri sera al Quirinale (a oltre 6 giorni dalla presentazione a Palazzo Chigi), è stata consegnata una bozza. Ma non sono pochi i punti che destano preoccupazione. Partite Iva tosate - La manovra prevede l'innalzamento dell'aliquota Irpef forfettaria dal 5 al 15% (regime dei minimi), per i professionisti e i lavoratori autonomi con un basso giro d'affari. Ma un così brusco innalzamento potrebbe falcidiare decine di migliaia di giovani professionisti e artigiani che, magari, hanno appena cominciato a lavorare o che, complice crisi, hanno visto crollare il giro d'affari. In sostanza: il passaggio ad una flat tax del 5% a quella al 15% significherebbe una mazzata. Si ipotizza quindi la facoltà di rimanere nel vecchio “regime dei minimi”. Irap retroattiva - Renzi ha annunciato un taglio dell'Irap sul costo del lavoro da 5 miliardi per quest'anno e da 6,5 a regime, facendo andare in brodo di giuggiole tutti gli imprenditori. Peccato che la norma - come ha scoperto Il Sole 24 Ore - cancelli pure il taglio precedente del 10% previsto dal “dl Irpef” (aprile 2014), sconto che vale oltre 2 miliardi: quindi la riduzione reale per il prossimo anno si ridurrebbe a 3 miliardi. In sostanza l'Irap che nel 2014 era stata tagliata (l'aliquota era scesa dal 3,9 al 3,4), verrà ripristinata per quest'anno ed il primo acconto che è già stato versato con l'aliquota al 3,75%, tornerebbe, al 3,9% anche per tutto l'anno in corso. Piccolo problema: le aziende hanno già fatto i conti (a ottobre l'anno societario è quasi definito fiscalmente), e quindi entro dicembre bisognerà affrettarsi a versare quanto gli era stato promesso di ridurre. Sembra aver annusato puzza di bruciato anche il presidente Giorgio Squinzi che aveva salutato le indiscrezioni sulla legge di Stabilità con gioia: «Le anticipazioni sulla legge di Stabilità vanno sicuramente nella direzione giusta, ma da sole non creeranno 800mila posti di lavoro», ha scandito ieri il presidente degli industriali facendo riferimento alle stime del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, sull'effetto occupazionale della manovra. Squinzi mette sul tavolo uno scambio: meno incentivi pubblici, meno Irap (senza pastrocchi retroattivi): «Noi imprenditori non vogliamo incentivi ma interventi strutturali, come quello sull'Irap». Più chiaro di così... Tagli alle regioni - Domani mattina i presidenti delle Regioni e i sindaci dovrebbero incontrarsi con il governo (Renzi? Delrio?). Ai tagli previsti dalla legge di Stabilità di Renzi, vanno aggiunti però 1,8 miliardi già previsti dalle manovre Monti (2012) e Letta (2013), e il mancato gettito Irap per 450 milioni: in totale le Regioni dovranno tagliare 6,2 miliardi. L'ex commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, certo non li aiuta facendo di conto: «4 miliardi sono il 2,8% della loro spesa, non è una cifra enorme», salvo premettere: «Senza aumentare le tasse». Bonus & detrazioni - Nel 2015, il bonus da 80 euro diventerà una detrazione: il tetto resta di 24-26mila euro di reddito lordo e consisterà in una detrazione massima di 960 euro annui calcolata in base ai requisiti e ai giorni lavorativi. Resta da vedere, se questo cambio di regime fiscale avrà impatto sulla platea dei beneficiari. Iva sulla casa - Non c'è solo la Stabilità a creare problemi. Mentre il governo vuole allungare a tutto i 2015 il bonus fiscale ristrutturazioni (al 50 o al 65% per quelle ecosostenibili), il dl Sblocca Italia si impantana proprio sulla casa. La riduzione al 4% dell'Iva (approvata venerdì scorso dalla commissione Ambiente), sulle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche coperte da ecobonus e bonus casa, viene barattata con l'aumento al 10% dell'Iva per le nuove costruzioni. Ma lo scambio (nuovo/vecchio), non compensa il gettito Iva e l'equilibrio finanziario come temono i tecnici. Probabile quindi uno slittamento dell'approvazione del decreto alla Camera.  

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