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Pensioni, le tre strade per un assegno più alto

Lucia Esposito
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Gli italiani sanno che la loro pensione è a rischio, e che si ritroveranno a fine carriera con un assegno striminzito. Nonostante tutto, solo uno su quattro ha scelto la previdenza integrativa. Ma ora, vediamo nel dettaglio come è possibile tentare di avere un futuro un poco meno nebuloso. Le strade per assicurarsi una vecchiaia più serena sono sostanzialmente tre: i fondi aperti, quelli chiusi e i piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (Pip). La differenza - Si parte dai fondi aperti, creati e gestiti da banche, assicurazioni, Sgr e Sim e poi collocati presso il pubblico. Vi possono aderire lavoratori autonomi, liberi professionisti e lavoratori dipendenti. La particolarità è che possono aderire anche i familiari non lavoratori. I fondi chiusi sono quelli dei sindacati o dei datori di lavoro, ma vi possono aderire sono i lavoratori assunti con un contratto. I Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) sono forme pensionistiche complementari, esclusivamente individuali, rivolte a tutti coloro che, indipendentemente dalla propria situazione lavorativa, intendano costruirsi una rendita integrativa.  I costi - Come i Fondi pensione aperti anche i PIP sono costituiti sotto forma di patrimoni separati e autonomi rispetto a quello dell'impresa di assicurazione che li istituisce e sono destinati esclusivamente al pagamento delle prestazioni agli iscritti; non possono essere utilizzati per soddisfare i diritti vantati dai creditori della società. Per quanto riguarda il "costo" di queste strade, i fondi chiusi sono di solito i più economici, al secondo posto ci sono quelli aperti e infine i pian individuali. 

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