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Fiat, Marchionne: "Questo euro non aiuta nessuno. Dobbiamo ripensarlo"

Giulio Bucchi
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Questo euro non aiuta nessuno. Libero lo scrive da una settimana, Silvio Berlusconi lo ha ribadito nel suo colloquio con il Foglio, e ora lo grida a gran voce anche Sergio Marchionne. La situazione spaventa la Fiat, stretta nella morsa della crisi e di una Europa che non cresce, e che in generale fa tremare mercati e imprese del Vecchio Continente. "Sono rimasto scioccato dalla decisione della Bce di non abbassare i tassi - ha commentato senza troppi giri di parole l'amministratore delegato del Lingotto -. Ho visto le reazioni dell'euro stamattina e trovo il suo valore attuale sproporzionato rispetto alle nostre capacità di competere perché non aiuta l'economia, non aiuta nessuno". Quello del manager Fiat assomiglia a un diktat: "Abbiamo visto il Giappone che si è comportato diversamente, gli americani continuano a facilitare l'espansione del credito nei mercati finanziari e questo serve anche in Europa - ha spiegato Marchionne al suo arrivo al Consiglio Italia-Usa a Venezia-. Dobbiamo ripensare la posizione". Posizione che, per inciso, è condivisa anche dal presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera: "La svalutazione dell'euro deve avvenire, prima o dopo, più prima che dopo". "L'euro è molto sopravvalutato - è entrato nel dettaglio Tronchetti Provera -. Al momento dell'integrazione dell'Unione Europea e dell'avvento della moneta unica il rapporto di cambio con il dollaro era 1,17. Oggi siamo ben al di sopra, la nostra economia è più debole in rapporto a quella americana e quindi dovrebbe essere sotto". Euro sì, euro no: vai al dossier di Libero     Marchionne avvisa il governo - L'analisi di Marchionne non si ferma ai "contro" della moneta unica, ma lancia anche un messaggio al governo Letta, che deve avere come priorità assoluta quella "di far lavorare la gente". Pessimista sull'euro, ma "ottimista per l'Italia nel medio-lungo periodo", l'ad non nasconde che "nel breve la situazione è difficile". Marchionne ha poi parlato del ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato: "Mi è piaciuto molto, è una grandissima persona". Ma per quanto riguarda Fiat dal governo il manager si aspetta che "ci facciano lavorare senza ostacoli. Non è molto". Il gruppo, ha sottolineato, ha "preso l'impegno di risanare l'attività industriale della Fiat in questo Paese, finanziando delle attività disegnate per esportare i prodotti italiani in tutto il mondo e lo facciamo con la forza del gruppo anche fuori dall'Italia". "Credo - ha concluso - che questo ci darà la possibilità di ristabilire una base, anche occupazionale, in questo Paese che sia decente". Ma l'orizzonte del Lingotto è giocoforza proiettato all'estero, perché "il mercato interno ha perso il 50% dei volumi in 5 anni". "E' una realtà che è stata dimezzata e questo ha avuto un impatto disastroso non solo sulle società che producono auto, ma su tutta la filiera. Quando non gira la fabbrica ci trasciniamo dietro altri 8 dipendenti dell'indotto". Proprio per questo, "dobbiamo guardare il mondo intero, non limitarci a questo mondo qui". E questo mondo qui, naturalmente, è l'Europa. Con la sua moneta unica sempre più in discussione.  

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