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Ce lo chiede Bruxelles:arriva l'Iva sul funerale

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Le detrazioni (per ora fino a 1.500 euro) diminuiranno. E la Ue preme per introdurre un'aliquota del 10% sulle spese mortuarie. Le possibili novità nella manovra

Ignazio Stagno
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Neppure nella bara ti lasciano in pace. Se la legge delega fiscale non passerà in Parlamento entro fine mese rischiamo di rimetterci anche parte del rimborso fiscale (oggi del 19% su un massimo di 1.500 euro), sulle spese funebri. Il timer è già partito e viste le lungaggini parlamentari c'è il concreto rischio che le detrazioni fiscali possano venir limate dell'1% già sui redditi del 2013 (per le detrazioni di luglio), e di un altro 1% nel 2015.  I rimborsi sui funerali valgono in mancato gettito per lo Stato circa 120 milioni, acciuffare qualche soldo in più sembra lo sport preferito a via XX Settembre e poco importa se i valori dalla lira all'euro non siano mai stati aggiornati, se un funerale non costa mediamente 1.500 euro (3 milioni in vecchie lire). E se la tariffa media per finire in un loculo è più vicina ai 5mila di euro. All'erario interessa incassare e subito, con buonapace anche dei defunti.  Alla Camera, però, una pattuglia di onorevoli deve avere un opinione opposta. Anche per far emergere gli evasori con la bara sulla spalla. Dei 5mila euro di costi medi una bella fetta viene assorbita da tasse, bolli e spazi cimiteriali (che spesso superano il costo del funerale). Senza contare i costi (aggiuntivi) del loculo al cimitero che  costa al metro quadro come un appartamento di pregio.  Lo Stato oggi consente, su tutti quei costi, una detrazione pari a 1549,37 euro per le spese funerarie.  L'ultimo disegno di legge depositato per alzare le detrazioni e far emergere il business dei funerali in nero è stato presentato del senatore Pd Stefano Vaccari e prevede appunto di innalzare il tetto fino a 10mila euro. «Da un lato», spiega Vaccari, «la difficoltà che incontrano le famiglie, in tempi di crisi, ad affrontare le spese impreviste per l'addio ai propri cari, dall'altro il fatto che detrazioni fiscali così basse agevolano le aziende e i privati che operano in nero, a tutto danno delle imprese virtuose». Ma la detrazione, per quanto necessaria, non è sufficiente: la verità è che i servizi funebri attualmente sono esentati dal pagamento dell'Iva  anche se nel Disegno di legge di Stabilità esisterebbe una norma che introdurrebbe (finalmente) un'aliquota del 10%. Da tempo la Feniof, Federazione Imprese Onoranze Funebri, conduce una battaglia (di opportunità): il segretario della Feniof, Alessandro Bosi, spiega che l'introduzione «di una aliquota Iva nel settore funebre, anche per evitare ulteriori sanzioni da parte dell'Ue derivanti dalla mancata applicazione di direttive europee che, da tempo, impongono al nostro paese l'introduzione di una aliquota Iva nel settore, lo Stato deve seriamente ragionare sulla necessità di consentire ai cittadini di recuperare parte delle spese».  Lo Stato incasserebbe di più, i cittadini potrebbero realisticamente recuperare una quota importante del vero costo sostenuto. Le aziende più disattente - nei doveri fiscali - sarebbero costrette a pagare tutte le tasse, ad assumere personale regolare con corretti contributi assicurativi e previdenziali, e al rispetto delle regole imposte dalle normative nazionali e regionali. Oggi invece le amministrazioni comunali faticano a garantire adeguati livelli di manutenzione e pulizia dei cimiteri. Sempre che Carlo Cottarelli, commissario alla spending review non decida di eliminare del tutto lo sconto fiscale. Oppure  di assegnare un premio di detrazione ai cari (sopravvissuti) che segnalino i becchini infedeli (con fisco).  di Antonio Castro

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