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Meglio gli arabi dell'Eurogabbia

L'Unione europea resta inflessibile solo con noi, dandoci dei corrotti senza prove. Francia e Germania già strepitano per lo sbarco della compagnia aerea degli Emirati in Italia. Ma a noi, messi come siamo, conviene

Giulio Bucchi
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Premessa: toccasse a me, una legge che riconosca i diritti alle coppie di fatto e alle coppie gay la farei domani mattina. Perché uomini o donne omosessuali quando sono malati non possano avere a fianco la persona che è stata accanto a loro tutta la vita, o non possano lasciarle i loro averi o consentirle di subentrare nel contratto d'affitto, è infatti un mistero che non riesco a capire. Ciò detto, mi domando se l'estensione dei diritti delle coppie gay sia proprio il problema principale che l'Europa ha di fronte a sé o non sia invece più importante affrontare altri argomenti, tipo ad esempio la disoccupazione o i parametri che impongono ad ogni Stato la morsa del rigore a scapito delle politiche di crescita. Attenzione: non voglio disconoscere che nei confronti degli omosessuali ci sia una discriminazione, mi domando solo se ieri il Parlamento di Strasburgo non potesse discutere di un tema più urgente come quello del futuro del nostro e di altri Paesi.  A volte, anzi diciamo quasi sempre, ho infatti la fastidiosa sensazione che lassù tra le nebbie francesi e tra quelle belghe di Bruxelles politici e burocrati non si rendano conto della vita degli altri e discutano di cose lontane senza badare a ciò che accade alle persone e, soprattutto, senza alcun senso pratico. Sarà per questo che l'altro ieri hanno aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia, minacciando sanzioni miliardarie a causa del ritardo della pubblica amministrazione nel pagare le fatture?  Ma come, uno Stato è in difficoltà e non ha i soldi per saldare i conti a causa delle norme capestro imposte dalla stessa Ue e l'Europa che fa? Minaccia una multa da 3 o 4 miliardi per il ritardo. Vi sembra logico? Se uno non riesce a saldare il debito, sarà difficile che riesca a pagare debito e multa rispettando le scadenze. Il comportamento sembra più simile a quello di un usuraio che a quello di un'Unione di nazioni costituita in nome della solidarietà e dell'alleanza.  Anche gli strozzini sanno che a forza di tirargli il collo si finisce per strangolare il debitore, invece a quanto pare a Bruxelles lo ignorano. E a proposito di ignoranza, ieri tutti i giornali hanno ripreso la notizia del rapporto europeo sulla corruzione e tutti hanno riportato la cifra di 60 miliardi che ci ha fatto conquistare il primo posto nella classifica dei Paesi più corrotti del vecchio continente. Peccato che nessuno si sia reso conto di quanto ha scritto sempre ieri il nostro Martino Cervo e cioè che l'Europa ha preso un abbaglio. L'autorevole classifica Ue ha infatti pescato a casaccio un dato riportato dalla Corte dei conti, che però citava la cifra solo per negarla, sostenendo che si trattasse di una stima esagerata e priva di fondamento, cioè di una superballa, anzi, di una euroballa. Tuttavia il meglio l'Europa lo dà quando mette i puntini sulle i alle decisioni del nostro Paese che riguardano le grandi aziende. La Ue vieta gli aiuti di Stato (ma solo se lo Stato è quello italiano, mentre se è francese o tedesco va tutto bene) e nel passato ha bacchettato il governo per l'operazione Alitalia, criticando l'intervento delle Poste. Non di meno adesso potrebbe finire nel mirino comunitario l'acquisto di quasi la metà della compagnia nazionale da parte degli arabi di Etihad. Non contenta di aver tarpato le ali all'azienda (oddio, anche i sindacati e gli imprenditori ci hanno messo del loro), Bruxelles è ora chiamata in causa dai tedeschi che vogliono bloccare pure quella operazione per meglio tutelare gli interessi di Lufthansa. La faccenda è sotto la lente di ingrandimento. Insomma, all'Europa tanto aperta e tanto progressista, sempre politically correct e sempre celere nel darci lezioni sull'accoglienza, non piace che l'Italia spalanchi le porte agli arabi. A Bruxelles forse speravano di strangolare Fiumicino e Malpensa per favorire Parigi e Francoforte, ma l'operazione Etihad rischia di trasformare Roma in un hub da e per i Paesi arabi, a maggior ragione se i fondi sovrani di quei Paesi investiranno come stanno facendo nelle nostre aziende.  Del resto, inchinarci a Bruxelles finora non ci ha portato nulla di buono e quindi, con buona pace di Napolitano che pur invocando la fine del rigore non smette di applaudire all'Europa, tra un po' non ci rimarrà altro da fare che rivolgerci alla Mecca.   di Maurizio Berlusconi Twitter: @BelpietroTweet [email protected]

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