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Spinta da Paesi dell'Est e Germania, Bratislava può aggiudicarsi l'Ema

Benedetta Vitetta
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Tra poche ore, alle 17, sapremo chi si aggiudicherà la nuova sede dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, in uscita da Londra dopo la Brexit. Per i boomakers a giocarsi la partita sarebbero rimaste ormai due candidate: Milano e Bratislava. "La partita è aperta" dice il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega agli Affari europei, Sandro Gozi che mostra sì ottimismo ma resta prudente, "si giocherà sul filo di lana. Stiamo lavorando intensamente anche in queste ore, in seguito ai vari ritiri e stiamo facendo il massimo per far avanzare Milano, come la città si merita". "La cautela di Gozi che rappresenterà l'Italia alla riunione del consiglio dei Ministri della Ue convocata oggi a Bruxelles, è pienamente giustificata" spiega Il Corriere della Sera, "visto che ora la partita è diventata squisitamente politica. Milano, Amsterdam e Barcellona hanno probabilmente i dossier migliori. La città lombarda soprattutto è al top della qualità in tutti i sei criteri richiesti dal bando: edificio (il Pirellone) già disponibile, accessibilità scuole, sanità, accesso al mercato del lavoro e servizi sociali per mogli e figli dei dipendenti. Il vento dell'Est infatti gonfia le vele di Bratislava" sottolinea il restroscena del quotidiano di via Solferino, "nonostante la capitale slovacca offra strutture e condizioni meno che sufficienti e nonostante una maggioranza dei funzionari Ema abbia minacciato di lasciare l'agenzia se questa fosse la scelta". L'incognita maggiore che potrebbe ostacolare la vittoria di Milano è il voto dei tre Paesi baltici, che se votassero compatti  potrebbero risultare decisivi. E Bratislava è forte soprattutto perché conta sull'appoggio della Germania, a sua volta interessata a portarsi a casa Francoforte come sede dell'Eba (l'Agenzia bancaria europea). Insomma, Berlino ha bisogno del fronte dell'Est per riuscire ad aggiudicarsi l'Eba. E quando si muove la Germania...

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