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Sull'orlo di una guerra mondiale

Siria

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(AdnKronos) - Mai come adesso lo scontro militare tra le due superpotenze, Usa e Russia, è stato così vicino. La Siria è la miccia. Anche se per il momento si allontana lo spettro di un immediato raid americano dopo il mezzo passo indietro di Trump. La priorità per il leader Usa e Theresa May è comunque non lasciare impunito l'uso di armi chimiche nel Paese. Il governo siriano, hanno affermato May e Trump nel corso di una telefonata la notte scorsa, "ha mostrato una serie di comportamenti pericolosi per quanto riguarda l'uso di armi chimiche". I due leader "hanno convenuto sul fatto che sia vitale che l'uso di armi chimiche non rimanga impunito". Secondo la nota diffusa da Downing Street, i due leader hanno sottolineato che bisogna anche "scoraggiare ogni ulteriore uso di armi chimiche da parte del regime di Assad". Il presidente americano e la premier britannica si sono trovati "d'accordo sulla necessità di continuare a lavorare a stretto contatto per la risposta internazionale". La telefonata tra Trump e May è avvenuta dopo che la riunione del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca convocata dal presidente americano si è conclusa senza una decisione finale riguardo alla risposta al sospetto attacco chimico del regime siriano. "Stiamo continuando a valutare le informazioni di intelligence e impegnati in colloqui con i nostri partner ed alleati", ha detto la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders. Il ministro della Difesa, James Mattis, ha ribadito che gli Stati Uniti sono convinti che si sia trattato di un attacco chimico e stanno cercando le prove. Il capo del Pentagono ha inoltre aggiunto che le squadre investigative potranno dire solo "se avranno trovato o no le prove" e non indicare il responsabile. "Ed ogni giorno che passa, come sapete si tratta di un gas non persistente, diventa più difficile confermare l'attacco", ha concluso. E ancora una volta, a sostegno del regime di Assad e nel tentativo di scongiurare un attacco, interviene la Russia. "L'immediata priorità è evitare il pericolo di una guerra", ha detto l'ambasciatore della Russia all'Onu, Vassily Nebenzia, accusando Washington di mettere a rischio la pace internazionale e definendo la situazione "molto pericolosa". "Noi non possiamo, purtroppo, escludere nessuna possibilità", ha aggiunto il diplomatico russo parlando con i giornalisti dopo una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Nebenzia ha infatti ricordato come vi sia, nel caso dell'avvio di raid da parte di Stati Uniti ed alleati in Siria, un forte "rischio di escalation" a causa della presenza militare russa nel Paese. Nebenzia ha quindi chiesto una nuova riunione oggi del Consiglio di Sicurezza. ITALIA - L'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria. Così fonti di palazzo Chigi secondo quanto sottolineato dal premier Paolo Gentiloni ai suoi interlocutori, in una serie di contatti internazionali sulla questione siriana avuti in giornata. In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l'Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione. FRANCIA - In un'intervista a Tf1, Emmanuel Macron ha sostenuto di avere le prove che "armi chimiche, quanto meno cloro, sono state utilizzate dal regime di Bashar al Assad". Il presidente francese ha poi ribadito di essere in contatto quasi quotidiano con Donald Trump e sottolineato che vi saranno "delle decisioni da prendere nei tempi desiderati, quando questo sarà più utile e più efficace". Macron ha spiegato che francesi e americani "stanno lavorando insieme a stretto contatto e noi abbiamo decisioni da prendere, nel momento che noi scegliamo, quando noi consideriamo sia più utile ed efficace". Alla domanda se verranno presi di mira da raid impianti siriani che producono armi chimiche, il presidente francese ha risposto che "quando decideremo dovremo verificare tutte le informazioni". GERMANIA - Il governo tedesco ieri ha reso noto che non prenderà parte a eventuali raid militari in Siria. Ad affermarlo è stata la cancelliera Angela Merkel. La Germania tuttavia, ha aggiunto Merkel durante una conferenza stampa a Berlino, "vuole assicurarsi che ogni sforzo venga fatto per dimostrare che questo attacco con armi chimiche non è accettabile". "Stiamo aumentando la pressione" su Mosca in relazione alla crisi siriana. "Il Consiglio di Sicurezza non è riuscito ad approvare risoluzioni a causa del veto della Russia, che protegge Assad. Non possiamo tollerare più questo, non può andare avanti così. Manteniamo la pressione politica sulla Russia e vogliamo aumentarla, perché la Russia ha bisogno di essere spinta a cambiare il suo comportamento. E' una precondizione, altrimenti il conflitto siriano non potrà essere risolto". Così oggi il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, al termine di un incontro con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, a Bruxelles. "Per risolvere il conflitto in Siria abbiamo bisogno della Russia. Per questo abbiamo sempre detto che la finestra del dialogo con Mosca non deve essere mai chiusa. Tuttavia, quello che abbiamo visto negli ultimi mesi e settimane, Salisbury, Ucraina, Siria, attacchi informatici chiaramente connessi con la Russia e interferenze nelle elezioni democratiche in Occidente, tutto questo richiede una risposta chiara. La precondizione per questo è che la comunità degli Stati occidentali agisca di concerto. Lo abbiamo fatto anche nel caso Skripal: ora la questione è che cosa facciamo e come rispondiamo all'uso di armi chimiche in Siria", conclude Maas. RUSSIA - Ieri il Cremlino aveva chiesto che fossero evitati passi che possano provocare una escalation della tensione in Siria a causa dell'influenza distruttiva che rischiano di avere sull'intero processo per una soluzione della crisi. Il portavoce del Cremlino ha ribadito, citato dall'agenzia Interfax, il senso delle parole pronunciate ieri da Vladimir Putin e conferma che il canale di comunicazioni militari, per la prevenzione di incidenti, fra Russia e Stati Uniti rimane aperto. Ma non sono in programma contatti diretti telefonici fra Donald Trump e Vladimir Putin. UE - "Avrete visto che abbiamo detto che tutte le informazioni che abbiamo e le prove indicano la direzione di armi chimiche effettivamente usate durante il fine settimana". Così ieri Maja Kocijancic, portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea rispondendo ai cronisti durante un briefing con la stampa a Bruxelles.

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