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Svizzera, le battute razziste del sindaco di Berna: "Italiani bassi e scansafatiche"

Il borgomastro partecipa a un cabaret e racconta barzellette che prendono di mira gli italiani: il repertorio va dalle madri premurose ai napoletani pigri

Roberto Procaccini
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Gli italiani sono bassi "perché le loro madri raccomandano loro di non crescere, altrimenti devono cercarsi un lavoro", mentre i napoletani (ma, per estensione, tutti i meridionali) non possono svolgere più di un mestiere "perché a stento ne vogliono fare uno". Sono le battute di stampo razzista che il sindaco socialista di Berna, Alexander Tschäppät, ha destinato al pubblico del cabaret itinerante Das Zelt - Comedy Club, rimestando nel sentimento anti-italiano che dalle grandi stagioni dell'emigrazioni post-bellica anima la confederazione elvetica. A riportare all'opinione pubblica le barzellette snocciolate dal primo cittadino della capitale svizzera è stato il quotidiano TagesAnzeiger. Ma non si può dire che Tschäppät si sia imbarazzato più di tanto: "Non ho intenzione di commentare le attute della mia esibizione comica - ha detto - se dovessi avere offeso i sentimenti di alcune persone, esprimo in questo caso rammarico". E dire che sono 300mila i cittadini con doppio passaporto italiano e svizzero, il 16 per cento gli elvetici di origini tricolore (un sesto della popolazione elvetica) e 60mila i transfrontalieri che ogni giorno attraversano il confine di Chiasso per andare a lavorare in uno dei quattro cantoni della Confederazione. Insomma, chi si può offendere assomma a più di "alcune persone". Dell'autogol del collega di partito si sono resi conti diversi deputati socialisti come Corrado Pardini e Peter Vollmer, che temendo contraccolpi elettorali in vista delle prossime Europee corrono a prendere le distanze.

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