Facci: le vere clientele
Chi si oppone alle preferenze è di solito un nominato. E chi dice che favoriscono i voti clientelari, dimentica che il problema vero sono le segreterie di partito...
Tanti nemici delle preferenze sono solo dei nominati che non raccatterebbero tre voti, lo sappiamo tutti, ma anche gli argomenti triti e ritriti che sparacchiano in tv - cioè che le preferenze portano alle clientele e al voto di scambio - valgono davvero poco. Anzitutto, un mix di preferenze e indicazioni uninominali è già ampiamente usato nelle elezioni comunali e regionali ed europee: e funziona. Quando si paventa il rischio di clientele, in secondo luogo, forse non è chiaro che le segreterie dei partiti sono considerate proprio questo: delle clientele, degli avventori al servizio di un venditore unico che si chiami Berlusconi o Renzi o altri ancora. Senza contare che, diversamente dai capibastone della Prima Repubblica, certi nominati le preferenze non sarebbero nemmeno capaci di andarsele a prendere: non saprebbero proprio come si fa. Poi ci sarebbe un terzo argomento, questo: i voti di scambio e le clientele sono una minoranza estrema, ed è assurdo che una maggioranza di italiani non possa esprimere una preferenza per via di un'estrema minoranza. Questa non è una nazione interamente di clientele, e tantomeno lo è il Sud. In qualsiasi caso l'erba cattiva si cerca di estirparla, mica si sospende tutto il raccolto. Abbiamo sconfitto la mafia militare, un giorno sconfiggeremo anche quella elettorale. di Filippo Facci @FilippoFacci1