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Ecco le prove: casa Grilli pagata a metà

La banca valutò l'appartamento del ministro il doppio della somma sborsata per comprarlo

Eliana Giusto
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  di Fosca Bincher Il prezzo giusto per la casa del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, nella zona più esclusiva del quartiere romano dei Parioli, c'è. Ed è pure scritto nero su bianco: due milioni e 30 mila euro. Solo che la cifra è inserita nel contratto che il 27 aprile 2004 l'attuale ministro ha stipulato con la banca Monte dei Paschi di Siena per ottenere un mutuo trentennale da 1,5 milioni di euro. Ed è cifra ben diversa da quella che 24 ore dopo sarebbe stata inserita in un altro contratto: quello fra Grilli e il venditore di quella casa, Massimo Tosato, vicepresidente esecutivo di Schroder (che all'epoca era direttore centrale). Grilli pagò all'epoca la sua attuale abitazione praticamente la metà di quanto la banca che finanziava l'acquisto aveva valutato: un milione e 65 mila euro. Nasce proprio da queste due cifre troppo divergenti il giallo di casa Grilli sollevato dall'agenzia internazionale Bloomberg. E il mistero traspare anche dagli atti integrali di vendita e di stipulazione del mutuo depositati presso il notaio Ignazio De Franchis di Roma. Il ministro dell'Economia ha già fornito una sua versione dei fatti, sostenendo che la casa fosse in pessime condizioni (addirittura sotto il livello stradale) e avesse bisogno di robuste ristrutturazioni. Per questo gli sarebbe stato dato un mutuo da 1,5 milioni anche a fronte di un prezzo di acquisto appena superiore al milione di euro. Purtroppo questi particolari non sono contenuti né nel contratto di acquisto, né in quello di finanziamento in cui non si fa alcun riferimento a quote di prestito sulla ristrutturazione. L'immobile, composto da sette stanze, quattro bagni, cucina, cantina, giardino al pianterreno e pertinenze varie (fra cui due posti auto), fu acquistato dal solo Grilli in regime di separazione di beni da Tosato, che lavorando a Londra al rogito si fece rappresentare per delega dalla madre, Clara Redi. In nessuna parte del contratto si fece allora riferimento a un possibile stato fatiscente dell'immobile, anzi. Le uniche considerazioni inserite nel documento furono quelle sulle agevolazioni fiscali che per legge spettavano allo stesso Grilli, essendo lui residente a Roma e diventando quel prestigioso immobile ai Parioli la sua prima casa. Non tutte le agevolazioni fiscali dell'epoca sono ancora in vigore, ma quei vantaggi che Grilli sfruttò erano disponibili per qualsiasi altro cittadino nelle sue condizioni. Nella ricostruzione della storia di quell'appartamento è emersa un'altra curiosità: casa Grilli era nata dalla fusione di due altri appartamenti. Il primo era della Tosato holdings spa, l'altro apparteneva all'ex leader repubblicano siciliano Aristide Gunnella, che l'aveva acquistato con la moglie.  Il giorno precedente alla firma di quel rogito nella sede di via del Corso del Monte dei Paschi di Siena e alla presenza dello stesso notaio è stato invece firmato il contratto di mutuo ipotecario necessario al successivo acquisto dell'appartamento. Ed è stata in quella occasione che dopo avere elencato parti immobiliari e pertinenze interessate dal mutuo, nel contratto è stato scritto: «A detti immobili i contraenti attribuiscono il valore di euro 2.030.000,00 euro».  È grazie a quella valutazione che è stato erogato il mutuo trentennale da 1,5 milioni di euro a un tasso nominale annuo iniziale del 3,75%. Grilli ha poi scelto un tasso variabile Euribor 6 mesi maggiorato di 1,10 punti annui con rate semestrali da pagare al primo gennaio e al primo luglio di ogni anno.  

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