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Yara, spunta la presunta arma del delitto

Ignazio Stagno
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Un'altra grana per Massimo Bossetti. Spuntano due lame sospette dagli attrezzi del muratore bergamasco sequestrati dal Ris di Parma. Due coltellini piuttosto corti, che potrebbero corrispondere alle dimensioni indicate dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo e messe nero su bianco dal gip Ezia Maccora nella sua ordinanza: uno spessore minimo di 0,2 millimetri e una lunghezza di almeno due centimetri. La compatibilità tra gli le lame e le ferite sul corpo di Yara emergono da uno studio approfondito delle ferite sul corpo di Yara Gambirasio: il cadavere "presenta almeno otto lesioni da taglio e una da punta e taglio, al collo, ai polsi, al torace, al dorso e alla gamba destra, senza che vi siano presenti lesioni tipicamente da difesa". Le ferite e il coltello - Una di quelle due lame sul retro dell'abitazione di Mapello secondo gli inquirenti potrebbe essere l'arma utilizzata per seviziare la giovane vittima. L'assassino non ha semplicemente colpito Yara con un oggetto contundente. Ha infierito sul suo corpo, probabilmente quando la ragazzina era già priva di sensi: la lunghezza delle lesioni rilevate non va oltre i due centimetri. Sarà il Ris a dire se sui due coltelli sequestrati, in mezzo a tanti altri attrezzi, è possibile trovare tracce biologiche utili per l'inchiesta, anche se il pessimismo in questo caso è d'obbligo, essendo passati più di tre anni e sette mesi dall'omicidio. Ma in seconda battuta potrebbe essere l'anatomopatologa a esprimere un parere sulla compatibilità tra le ferite sul corpo di Yara e le lame ora in possesso degli inquirenti.

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