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Occupazione da record e precariato ai minimi: i numeri sbugiardano la propaganda di sinistra

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Non c’è verso. Per quanto sinistra e sindacati lo invochino, lo sognino e, barando platealmente in vista delle elezioni europee, lo denuncino a ritmo serrato (è il grande tema della campagna elettorale della sinistra insieme alla sanità, altra grossolana bufala), questo regno del precariato non vuole decidersi a manifestare la sua presenza. Del resto, l’andamento positivo dei numeri sul lavoro è diventato talmente macroscopico da spingere persino Sergio Mattarella, proprio alla vigilia del primo maggio, a celebrarne i fasti.

«I dati sull'occupazione», ha detto il capo dello Stato martedì, «registrano un trend positivo e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi. È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, i contratti a tempo indeterminato, la crescita del lavoro femminile». Gioco, partita, incontro? Macché. In occasione della festa del lavoro sinistra e sindacati, incuranti delle statistiche ufficiali e anche della inequivocabile ammissione del presidente, solitamente ascoltato come un oracolo, hanno continuato a stracciarsi le vesti per le sorti degli italiani costretti a vivere di stenti e di espedienti per sbarcare il lunario (...)

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