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Lecce, uccide il figlio a coltellate: assolto perché ubriaco

Francesco Rigoni
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Uccide il figlio a coltellate: viene assolto perchè ubriaco. Quindi bere conviene, almeno secondo il parere di alcuni giudici. Il “messaggio terrificante” – come lo chiama Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa – è stato rafforzato dalla decisione della Corte d'Appello di Lecce di ribaltare una sentenza di condanna di omicidio perché l'assassino, quando ha ucciso suo figlio, era troppo ubriaco per essere in grado di intendere e di volere. Per questo è stato assolto e dichiarato "non colpevole". Incapace di intendere e volere - A godere dell'assoluzione è un uomo di Guagnano, Enzo Caretto, di 72 anni, che due anni fa ha ucciso con una coltellata il figlio Giovanni, 32enne, al culmine di una lite. L'uomo era stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione ma i giudici d'Appello (presidente Rodolfo Boselli) lo hanno assolto, accogliendo la richiesta del procuratore generale poiché, al momento dell'omicidio, non era in grado di intendere e volere perché ubriaco. L'assassino dipendente dall'alcol - La vittima fu uccisa mentre tentava di difendere la madre e la sorella disabile da un'aggressione del padre che era fortemente dipendente dall'alcol. Le analisi eseguite in ospedale dopo l'omicidio rilevarono un tasso di alcol nel sangue dell'aggressore molto elevato. Un'altra sentenza che provoca indignazione - L'assoluzione segue di qualche settimana un'altra decisione in materia di alcol che ha provocato un'ondata di indignazione. Si tratta della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha stabilito che è possibile concedere delle attenuanti agli uomini di violenza carnale completa qualora gli abusi avvengano “solo” in uno stato di alterazione da alcol.

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