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Caso Cucchi, Ilaria attacca i pm: "Presi in giro"

Matteo Legnani
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Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dopo l'incontro con la famiglia Cucchi si era detto disposto a riaprire l'indagine sulla morte di Stefano Cucchi, pronto a valutare nuovi elementi che dovessero emergere. Aspetti della vicenda che portò alla morte del giovane in carcere mai considerati a livello processuale, come la decisione da parte del giudice di direttissima di convalidare l'arresto del giovane (scambiandolo per un albanese) anzichè mandarlo agli arresti domiciliari. Poche ore dopo, però, lo stesso Pignatone è sceso in difesa dei pubblici ministeri che avevano condotto le indagini, Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy: "Godono della mia piena fiducia, hanno fatto un lavoro egregio" ha detto. E tra la sorella di Stefano, Ilaria, e la procura romana è tornato a scendere il gelo: "Non sono passate nemmeno due ore e il procuratore capo di Roma ha già capito che i pm Barba e Loy hanno fatto un ottimo lavoro. I casi sono due: o il dottor Pignatone è riuscito in nemmeno due ore a studiare alla perfezione tutto il fascicolo oppure forse oggi abbiamo perso tutti del tempo". Prima dell'appuntamento con Pignatone Ilaria aveva sottolineato: "Ci aspettiamo che il procuratore assicuri i responsabili della morte di mio fratello alla giustizia. Abbiamo vinto noi dopo aver lottato per cinque anni. Stefano è morto di giustizia qui, è stato pestato in tribunale. Io non ce l'ho con nessuno, chiedo a tutti però di riflettere su quello che ha passato". Poi, al termine dell'incontro, aveva anticipato: "Il procuratore si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin dall'inizio". Ma la doccia gelata del sostegno ai pm ha riacceso lo scontro.

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