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Cantieri delle Coop in Liguria, il Parlamento indagherà sul cemento rosso

Nicoletta Orlandi Posti
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Lo scoop di Libero sul cemento rosso in Liguria e sulle rappresaglie contro i dirigenti regionali che vi si oppongono approda in Parlamento. Il senatore di Forza Italia Augusto Minzolini ha presentato un'interpellanza al ministro dell'Interno Angelino Alfano e a quello dell'Ambiente Gian Luca Galletti per chiarire le «oscurità» della vicenda. E in particolare ha richiesto se non ritengano di dover prendere provvedimenti. La questione, ripresa ieri da tutti i media nazionali, riguarda lo spostamento della dirigente Nicoletta Faraldi dall'ufficio di Valutazione d'impatto ambientale a quello della Salute pubblica, sicurezza alimentare e sanità animale. Il tutto solo 16 giorni dopo la bocciatura da parte della Faraldi di una variante richiesta dall'immobiliare Talea spa, di proprietà della Coop Liguria. Un decreto di inammissibilità che la giunta regionale e i dirigenti più fedeli avrebbero accolto come insubordinazione. E così la donna, esperta giuridica, è stata sollevata dall'incarico che ricopriva da pochi mesi. Ieri Libero è tornato sulla questione pubblicando ampi stralci di una mail scritta il 31 di ottobre da Gian Poggi, direttore generale del fondamentale Dipartimento programmi generali, porti trasporti, lavori pubblici ed edilizia. Una missiva con cui Poggi attacca alcuni collaboratori e colleghi e stigmatizza le politiche («sarebbe più opportuno definirle vessazioni») ambientali nazionali e regionali, colpevoli di aver ucciso il settore edilizio. Nella sua partecipata arringa il dirigente pare particolarmente preoccupato per la realizzazione di tre grandi opere: l'Aurelia bis, il cosiddetto nodo ferroviario di Genova e la fascia di rispetto di Genova Prà. Progetti in cui sono impegnate quasi esclusivamente cooperative o società considerate vicine al centrosinistra. Destinatari delle minacce e degli insulti di Gian Poggi («Vi guarderò andare alla deriva, assistendo impassibile» è uno dei passaggi più inquietanti) sono soprattutto i dirigenti del settore Ambiente. Il direttore generale Gabriella Minervini, a chi le chiedeva spiegazioni sulla mail riportata da Libero, ha risposto in modo perentorio: «Gian Poggi si arrabbia su tutti i nostri pareri per questo francamente non ci facciamo neanche più caso. Secondo lui dobbiamo prendere il Piano urbanistico territoriale e dire che va bene così. Punto. Senza guardare nel merito». La dirigente ha definito «normale» l'attacco del collega: «Questo tipo di osservazioni le riceviamo quotidianamente. Poi dipende dal peso che gli si dà. Se un direttore generale mi scrive una mail di sfogo, dopo 36 anni di carriera, non me ne frega niente». Se su Minervini certe parole sembrano scivolare, la Faraldi ritiene di essere finita a occuparsi di animali a causa del suo onesto lavoro. Anche perché Poggi non è un direttore qualunque, ma uno degli uomini considerati più vicini al governatore Burlando. Tanto che in una recente inchiesta sugli appalti truccati nel settore dei rifiuti uno degli imprenditori arrestati, Gino Mamone, intercettato, ipotizza di utilizzare proprio Poggi come ambasciatore per un messaggio «quasi estorsivo» da far giungere all'ex amico «Burlandino». I carabinieri del Noe sottolineano gli «stretti rapporti esistenti tra Mamone Gino e Poggi» e l'interessamento di quest'ultimo «per aiutare a smaltire le terre di risulta di un cantiere» oggetto delle indagini. Una questione, quella dello smaltimento di terre e rocce, che ritorna nell'email di Poggi del 31 ottobre, laddove sollecita pareri rapidi «per opere appaltate con rilevante impegno di denaro pubblico per cui le manfrine non sono né belle né giustificate». Per lui «il caso di Prà non può essere oggettivamente definito altrimenti». Poggi si riferisce al piano di riutilizzo del materiale di scavo delle grandi opere, che deve ricevere anche una valutazione di impatto ambientale. Con 15 mila metri cubi di questo terreno sta per essere ricoperta un'area di 1,5 ettari nel cosiddetto Parco di Levante di Prà, dove sorgeranno campi sportivi per giovani e bambini. Trasporto e conferimento sono stati affidati al consorzio Eureca International, lo stesso che sta costruendo il nuovo nodo ferroviario di Genova, una delle grandi opere di cui parla Poggi. Il consorzio è guidato dalla cooperativa Unieco di Reggio Emilia e sebbene il terreno depositato sarà certificato i comitati di zona non nascondono le loro preoccupazioni. Giustificate dal fatto che negli scavi per la realizzazione del cosiddetto Terzo Valico ferroviario (a cui partecipa Unieco) sono state trovate tracce di amianto. «Per questo occorrono consistenti monitoraggi» ha sottolineato Minervini. E Faraldi ha aggiunto: «Ho spiegato all'architetto Poggi che avevamo bisogno di tempo per verificare con cura la parte ambientale, ma lui ha insistito nel metterci fretta». Il consigliere regionale Raffaella Della Bianca non si sorprende per la mail di Poggi: «Tanta fretta probabilmente dipende dal fatto che stanno perdendo i finanziamenti europei. Peccato che siano fondi disponibili dal 2007 e che l'amministrazione si sia ridotta all'ultimo per utilizzarli. A causa di questi ritardi oggi vogliono risparmiare tempo sui controlli a salvaguardia della salute». Della Bianca contro il «cemento rosso» si batte da anni. Per esempio nel 2013 ha presentato un'interrogazione per chiedere alla Regione di fornire lo studio idraulico del progetto di un megadepuratore da realizzare alla foce del fiume Entella, lo stesso che, esondando, la scorsa settimana causò due vittime. Il progetto gestito proprio dal dipartimento di Poggi è stato proposto dall'Iren (azienda multiservizi partecipata da comuni quasi tutti a guida Pd) e dovrebbe costare 58 milioni. «Ma come si fa a pensare di costruire e restringere la foce di un torrente già in condizioni critiche?», conclude Della Bianca. di Giacomo Amadori   In merito all'articolo pubblicato su "Libero Quotidiano.it" data 20 novembre,  a firma di Giorgio Amadori, COCIV (Consorzio Collegamenti Integrati Veloci) fa presente che - Unieco non partecipa ai lavori del Terzo Valico; è improprio attribuire a Unieco qualsiasi relazione con la nostra attività. - tutte le prove effettuate ad oggi sui materiali di scavo dei lavori del Terzo Valico non hanno dato evidenza della presenza di amianto. Le tracce di amianto a cui si fa riferimento nell'articolo non riguardano i lavori del Terzo Valico.

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