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Strage al Tribunale, l'assassino è passato sotto il metal detector ma lo hanno fatto passare

Nicoletta Orlandi Posti
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"Quando ho superato il varco ho pensato: se mi fanno passare con la pistola, lo faccio...". Questa la frase sussurrata da Claudio Giardiello, il 57enne autore della strage del 9 aprile nel Palazzo di Giustizia di Milano, ai carabinieri nel momento dell'arresto sembrava la farneticazione di un pazzo che aveva appena ammazzato tre persone. Invece, a un mese di distanza da quella tragica giornata, quelle parole acquisiscono un senso. Un senso spiazzante: Giardiello non sarebbe entrato entrato in Tribunale dall'unico varco non presidiato da un metal detector, come sinora si era creduto, ma da uno degli ingressi normali, passando e superando indenne proprio i controlli di un metal detector nonostante la macchina avesse suonato l'allarme. Il nuovo elemento, raccontano Luigi Ferrarella e Andrea Galli sul Corriere, viene dalle telecamere che hanno ripreso Giardiello mentre arriva in via San Barnaba e parcheggia lo scooter vicino ad uno dei sei ingressi in Tribunale, quello retrostante rispetto al principale di Porta Vittoria. Si tratta di un varco "misto": i cittadini comuni devono passare i controlli al metal detector, avvocati e magistrati passano invece a lato esibendo un documento di riconoscimento o (più spesso) venendo riconosciuti a vista dai vigilantes. E' entrato così - Secondo la ricostruzione a cui stanno lavorando gli inquirenti, quel tragico 9 aprile, Giardiello si sarebbe messo in fila per entrare in Tribunale con la pistola nascosta sotto la giacca. Quando passa il visitatore prima di lui il metal detector suona. Si attivano i dispositivi di controllo: i vigilantes controllano la persona con lo scanner manuale prima di lasciarlo passare. Poi tocca a Giardiello: l'assassino mette sul nastro trasportatore la borsa che viene passata ai raggi x e poi entra sotto il metal detector. Ovviamente anche nel suo caso si accedono gli allarmi del metal detector ma, a differenza che nel precedente, le guardie sembrano far cenno a Giardiello di passare, senza sottoporlo a scanner manuale. Segue una terza persona, anche qui si accende il metal detector, e le guardie lo controllano con lo scanner manuale. Voleva essere fermato? - Se l'interpretazione dei fotogrammi di scarsa qualità dovesse essere confermata, fa notare il Corriere, non solo cambierebbero le persone potenzialmente chiamate in causa (non più le guardie che a quell'ora di quel giorno lavoravano in via Manara, ma quelle che erano di servizio in via San Barnaba), ma anche il profilo psicologico di Giardiello. Passando sotto il metal detector armato, forse voleva essere scoperto e fermato. Ma per una catena di coincidenze e fatalità così non è stato. "Quando ho superato il varco ho pensato: se mi fanno passare con la pistola, lo faccio..."., aveva detto ai carabinieri.

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