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Il killer del tallio, parla l'esperto: "Profilo psichiatrico simile a quello di un jihadista"

Benedetta Vitetta
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Voleva punire gli impuri. E aveva comportamenti maniacali del tutto simili a quelli del fondamentalismo islamico. Insomma, il profilo psichiatrico di Mattia Del Zotto, il 27enne che ha ucciso tre familiari con il tallio, assomiglia a quello di un seguace jihadista. A dirlo è Giancarlo Cerveri, psichiatra del dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano. "Da una prima impressione" racconta il medico al Il Giornale, "gli ingredienti sono gli stessi: l'isolamento dalla società, l'adesione a un gruppo di fanatici, la voglia di punire gli impuri e di combattere un nemico. E poi i contatti col web, la convinzione di sentirsi in missione". Stando a quanto raccontato dalla madre, il giovane aveva atteggiamenti maniacali come lo staccare le prese degli elettrodomestici, il non usare telecomandi e inorridiva per gli spot pubblicitari. "Staccare le prese" continua l'esperto, "può nascondere una paura dei campi magnetici che chissà quali effetti si pensa possano produrre sulla mente. Il resto denota una chiara volontà di non voler ricevere lavaggi del cervello o influenze percepite come fonti del male". Un'altra delle stranezza di Del Zotto era il fatto che non aveva praticamente contatti con il mondo esterno. Non usciva quasi mai di casa. Stava solo davanti al pc. Possibile che il suo credo sia stato alimentato soltanto via web? "Eccome" continua lo psichiatra nell'articolo de Il Giornale, "anzi, è proprio il contatto via web che amplifica il messaggio. Esattamente come accade nei gruppi jihadisti. Il contatto virtuale amplifica il rischio che la paranoia individuale cresca senza confine. Nel web si crede di trovare tutto: amici con cui giocare, gruppi, relazioni amorose. E paradossalmente si pensa di non aver bisogno di altro, è sufficiente la vita virtuale, più appagante di quella vera. Così ci si allontana dalla realtà, fino a dissociarsi".

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