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Quando una critica uccide l' anima: i guai provocati dai bulli sulla rete

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Giovanni Ruggiero
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Lo ha fatto persino la paladina delle donne molestate di tutto il mondo, Asia Argento commentando con l' espressione "schiena lardosa" una foto della leader di Fratelli d' Italia, Giorgia Meloni, che aveva partorito solo da pochi mesi. Insulti, offese, frecciatine, osservazioni negative riguardo la forma fisica altrui proliferano sui social network, divenuti contenitori della parte peggiore dell' essere umano. Gli esperti hanno battezzato tale fenomeno "body shaming", mettendo in luce che esso condiziona l' autostima di chi diventa bersaglio delle critiche e provoca l' aumento degli stati d' ansia. Di recente, la modella di fama internazionale Gigi Hadid è stata vittima di tale pratica: secondo il popolo della rete si sarebbe presentata sulle passerelle milanesi troppo magra. Hadid ha replicato su twitter, spiegando che le sue variazioni di peso sono dovute alla malattia di Hashimoto, una disfunzione della tiroide, di cui soffre da quando ha 17 anni. Anche la cantante Rihanna viene denigrata con parole al vetriolo per le sue forme considerate esagerate. Ad essere preso di mira dall' occhio impietoso degli utenti è soprattutto il gentil sesso, dal quale si pretende una perfezione addirittura irrealistica. Sembra che quasi una donna su due, ossia il 48%, sia stata giudicata per i chili di troppo, in particolare durante l' estate, quando si è costretti a scoprirsi. Talvolta tragiche sono le conseguenze dei commenti pungenti, in quanto producono in chi li riceve un malessere che può sfociare in un rapporto distorto con il cibo e con il proprio corpo, ossia nei disturbi alimentari, come anoressia e bulimia, che conducono persino alla morte. IL FENOMENO Ma chi soffre maggiormente del fenomeno del body shaming? Le più sensibili alle offese sui social da parte dei propri coetanei sono le adolescenti (32%). Al secondo posto troviamo le ragazze tra i 25 ed i 32 anni (27%), poi le donne tra i 33 ed i 45 anni (21%). Anche gli uomini non sono indifferenti ai giudizi sulla loro prestanza fisica (11%). È quanto emerge da un' indagine di Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, condotta su circa 4000 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 ed i 55 anni, realizzato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire che rapporto hanno gli italiani con la propria figura corporea. «Le vittime del body shaming nella maggior parte dei casi sono giovani. Un fattore di rischio ulteriore per lo sviluppo di una bassa autostima, che viene collegata a pericolose modificazioni delle abitudini alimentari, nel tentativo di corrispondere a canoni estetici non idonei. Le conseguenze di tale tendenza, che colpisce a prescindere dal peso e dalla forma corporea, possono essere: disturbi del comportamento alimentare, attività sportiva svolta in modo ossessivo, richieste di chirurgia estetica non necessarie, disagi emotivi e psicologici», spiega la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell' associazione Nutrimente Onlus Milano, che mette in guardia dall' uso scorretto delle piattaforme digitali in cui è diventato abituale condividere foto di se stessi, esponendosi così al rischio di ricevere critiche. «Il body shaming trova come canale preferenziale di espressione i social network, che danno la possibilità a tutti noi di porci come giudici rispetto agli altri. Questo potere è molto pericoloso, perché può avere un forte impatto sui soggetti fragili», continua la psichiatra. Ma di certo la soluzione non risiede nel limitare la nostra libertà, bensì in una educazione che conduca gli utenti della rete ad assumere una maggiore responsabilità nei confronti degli altri nonché la consapevolezza del danno che un' offesa spesso genera in chi ne è oggetto. di Azzurra Noemi Barbuto

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