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Patto Renzi-Berlusconi sul modello spagnolo

Ignazio Stagno
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L'accordo ormai è cosa fatta. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al riparo di flash e videocamere hanno trovato un'intesa per piazzare subito tre riforme su legge elettorale, titolo V della Costituzione e Senato. La riforma che però rischia di scatenare un vero e proprio terremoto politico è la prima. Lo scontro sulla "regola delle regole" in queste settimane è stato aspro. Renzi e Silvio puntano a condurre in porto un sistema elettorale (sul modello spagnolo ma corretto in salsa italiana) per blindare il consenso dei grandi partiti e arginare quelli più piccoli. Ed è su questo punto che si apre una guerra al veleno un minuto dopo la fine del vertice del Nazareno. Furia dei "piccoli" - A dare il via alla battaglia è Angelino Alfano che fa sapere subito a Renzi e Cav che "senza di lui non si niente. Non ci saranno leggi contro Ncd". Una bordata che indica il livello di tensione che si respira dalle parti del vicepremier. I timori di Alfano sono comunque fondati. Con una nuova legge elettorale entrerebbe in scena un con un forte tetto di coalizione all'8%. Lo scenario possibile per i partiti più piccoli è allarmante. Se ad esempio Ncd si coalizza con Forza Italia e Sel con il Pd, Alfano e Vendola devono comunque prendere l'8% dei consensi. Impresa di certo non facile. Se dovessero raggiungere anche solo il 7,9 per cento non potrebbero mettere le mani su un seggio in Parlamento. Per non parlare poi di Scelta Civica. I montiani sono in caduta libera da tempo e con il nuovo sistema elettorale di fatto farebbero la fine di Fini e di Futuro e Libertà: trombati al prossimo giro. Il modello spagnolo prevede circoscrizioni abbastamza ampie, più o meno su base proovinciale e con liste bloccate. La legge che piace a Silvio - La versione all'"italiana" lo correggerebbe con un robusto premio di maggioranza intorno al 15%, in modo da assicurare la piena governabilità. Renzi di fatto ha fatto l'unica proprosta possibile che piacesse al Cav. Berlusconi infatti non si è mai mostrato disponibile a intese sul doppio turno perchè sa che l'elettorato moderato difficilmente si mobilizza per due domeniche verso le urne. Così il modello spagnolo appare quello che di fatto potrebbe rilanciare Forza Italia. Con buona pace di Alfano, Vendola e della sistra del Pd. I bersaniani e i cuperliani sono al muro. Pur con una scissione non raggiungerebbero la soglia di sbarramento. Sono destinati pure loro, con o senza rottamazione a scompariere.     

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