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Vaticano, l'ex capo delle Guardie Svizzere: "Lobby gay un pericolo per il Papa"

Le dichiarazioni choc di Maeder, comandante dal 2002 al 2008: "Lobby omo così potente da poter attentare al Papa. Sono una sorta di società segreta"

Andrea Tempestini
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Una dichiarazione choc, quella di Elmar Maeder, 51 anni, svizzero del Canton San Gallo che dal 2002 al 2008 comandò le guardie del Papa. "In Vaticano - afferma - c'è una lobby gay talmente potente da essere pericolosa per la sicurezza del Pontefice". Così in un'intervista pubblicata sul settimanale elvetico Schweiz am Sonntag. Maeder denuncia il potere degli ambienti omosessuali nella Santa Sede. "Dell'esistenza di quella lobby gay - prosegue - posso parlare per esperienza personale". L'ex comandante delle Guardie Svizzere aggiunge di aver messo in allerta i suoi uomini, intimando loro di stare attenti a certi esponenti della curia che ha definito particolarmente "lascivi". "Il problema - aggiunge Maeder - è che questa rete è composta di persone talmente fedeli, l'una all'altra, da costituire una sorta di società segreta", che sarebbe, lascia intendere, ancor più forte della stessa istituzioan vaticana. Voci sulle molestie - L'ex capo delle Guardie Svizzere aggiunge altri particolari: "Per questi motivi, se avessi scoperto che uno dei miei uomini era gay, mai e poi mai gli avrei consentito di fare carriera. Anche se, per me, l'omosessualità non costituisce un problema, il rischio di slealtà sarebbe stato troppo elevato", sostiene. Delle frasi pesanti, pesantissimi, anticipate già due settimane fa sulla stessa rivista da una delle guardie svizzere che aveva servito ai suoi ordini. Il primo testimone, che ora ha abbandonato la divisa, ha raccontato di aver subito delle molestie da parte di un esponente della Segreteria di Stato vaticana e da parte di un Cardinale. Quest'ultimo, in particolare, lo avrebbe chiamato di notte sul cellulare per invitarlo nella sua stanzza. A far da contraltare alle dichiarazioni di Maeder, arrivano le parole dell'attuale portavoce della guardie vaticane, Urs Breitenmoser: "Le voci di una rete gay all'interno del Vaticano non sono un nostro problema. Le preoccupazioni dei nostri uomini sono, esclusivamente, di natura religiosa e militare", ha concluso.  

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