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Facci contro l'Aria che tira: fanno gli inviti col bilancino truccato per il bipolarismo cretino

Lucia Esposito
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Mi arriva una telefonata disinvolta da "L'aria che tira", talkshow di La7: "Buonasera, qual è la sua posizione su Eternit?"; "Perché lo vuol sapere?"; "Perché siamo alla ricerca di una posizione ultraliberista"; "La mia posizione non è rilevante"; "E perché?"; "Perché al programma non ci verrei comunque"; "E perché? "; "Perché un programma che prima sonda le opinioni, e poi fa gli inviti, a me non interessa". Distinti saluti. Ecco, scusate la citazione ombelicale: ma è un tentativo di spiegare perché i talkshow (molti talkshow, non tutti) perpetuano il bipolarismo cretino che a parole dicono di voler combattere. Le scalette sono fatte così, con bilancini truccati, si chiedono opinioni precotte che più sono estreme e manichee e meglio è. Non interessa che qualcuno conosca o spieghi bene il caso Eternit: interessa che qualcuno s'azzuffi anche su quello. Dopodiché, sul caso, ne saprete probabilmente quanto prima: però le risse finiranno in rete, che bello. Mentre le posizioni articolate, terze, che non marchiano dei colpevoli da spedire all'inferno, beh, interessano meno. La media tra due posizioni sbagliate resta una posizione sbagliata, o più spesso confusa: però ti vorrebbero raccontare che quella è l'aria che tira. E invece, spesso, è solo la proiezione mentale di chi parla continuamente del Paese e si illude che possa coincidere con percentuali d'ascolto globalmente ridicole. Se avessi risposto i 256 morti di Eternit sono pochi, comunque, mi avrebbero invitato subito.

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