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Vittorio Feltri: caro Silvio, il problema non è evitare la sconfitta ma vincere davvero

Eliana Giusto
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Silvio Berlusconi promette, o minaccia: se perdo le prossime elezioni me ne vado dalla politica. Una frase simile, detta da un uomo di 81 anni, che nella vita ha fatto di tutto, tra sconfitte e vittorie, non stupisce. Riflette una mentalità tipica dei padreterni, che puntano sempre al successo pieno, assoluto. Ma in questo caso emerge dalle dichiarazioni del re di Arcore una punta di presunzione che non tiene conto della realtà. Una realtà complessa. Infatti Forza Italia, stando ai sondaggi, ha soltanto il 15 per cento dei voti. Ovvio che questo pacchetto di consensi potrà aumentare durante la campagna elettorale. Ma di quanto? Due o tre punti? Il patrimonio forzista non supererebbe comunque il 20 per cento. Insufficiente per vincere alle urne. Silvio punta, allo scopo di raccattare un maggior numero di suffragi, ad aggregare quelli della Lega e della Meloni, onde arrivare circa al 40 per cento. Ma non si capisce perché Salvini dovrebbe accettare il ruolo di ruota di scorta visto che ha gli stessi voti, forse di più, di Berlusconi. Quanto ai Fratelli d'Italia, essi non sembrano orientati a recitare il ruolo di camerieri del centrodestra. Pertanto, nonostante la legge elettorale in corso di approvazione, che agevolerebbe le destre, e non ne sono sicuro, un trionfo berlusconiano pare improbabile. Altrettanto improbabile è una affermazione del Pd e del Movimento 5 Stelle, nessuno dei quali è attrezzato per avere i numeri indispensabili a formare una maggioranza di governo. In un sistema tripolare quale il nostro è garantita l' instabilità. A nostro giudizio, a spoglio avvenuto, constateremo che nessuna aggregazione politica avrà l' opportunità di mettere in piedi un esecutivo. A meno che Sgarbi e Tremonti non riescano con il loro Risorgimento a sparigliare. Se fossero capaci di raggranellare, grazie alla loro ottima reputazione, un 3 o 4 per cento, ecco che lo scenario cambierebbe. Forse. In effetti, la somma dei voti cosiddetti moderati fornirebbe una percentuale buona al fine di creare una base maggioritaria. Mancano cinque o sei mesi all'apertura dei seggi e, nel frattempo, può accadere di tutto, nel bene e nel male, quindi siamo prudenti nelle previsioni. I grillini, per quanto penalizzati dalla legge elettorale, sono ancora competitivi e la sinistra, martoriata dalle scissioni, non è ancora morta. Pertanto la partita resta aperta. Per cui a Berlusconi consigliamo di stare calmo. La conquista del potere non è a portata di mano. È solo un miraggio, per ora. Eviti di mobilitare le fanfare. Porta sfiga. di Vittorio Feltri

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