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Paolo Del Debbio: "Prima ero militante, ora non credo più a niente"

Nicoletta Orlandi Posti
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A Paolo Del Debbio, conduttore di Quinta colonna su Rete 4, non piacciono le frasi tipo «il reality è morto» o «il talk show è morto». Lui, professore, conduttore ed ex ideologo di Forza Italia, preferisce sfuggire dalla «sintesi e andare sull'analisi», non generalizzare, nonostante la maggioranza degli osservatori evidenzi la crisi del dibattito politico televisivo, da Santoro a Ballarò. Certo, Del Debbio ha i numeri dalla sua parte. Nel derby dell'informazione del lunedì sera, contro Piazzapulita di La7, la sua trasmissione vince. L'ultima puntata ha segnato il 5,25% contro il 4.38% di share del concorrente. Mettere la centro la piazza funziona ancora, quindi? «Certo che paga. La piazza non è grillina, di destra o di sinistra. La gente non difende un'idea ma fa sentire i propri bisogni: di questo parlo. E mi riferisco a due categorie principali: gli imprenditori e quegli 8-9 milioni di italiani vicini alla fascia di povertà. Ossia chi le risorse le crea e chi non ne ha. Gli altri si arrangino». Senza Berlusconi manca un bersaglio per i talk show, secondo lei? «Beh, certo. La grande mangiatoia è finita. A Santoro effettivamente manca una figura con cui prendersela, ruolo che ha avuto Berlusconi per tanti anni. Io per un certo periodo ho fatto una tv militante, non è un segreto. Dicevo come la pensavo. Oggi, e da un bel po', conduco come uno che si astiene dalle elezioni. Perchè non credo più in nessun progetto. Giudico le proposte politiche di volta in volta, senza ideologia». Le hanno dato del grillino. «Prima del berlusconiano, poi del grillino e ora del renziano. Non me ne importa nulla». Ma di Renzi cosa pensa? «Mi auguro, per me e per tutti gli italiani, che riesca a combinare qualcosa. E non si faccia schiacciare dalla burocrazia e della minoranza del partito. Che sono due brutte bestie e talvolta coincidono». Da telespettatore, quale talk show guarda? «La tv mi piace farla e non vederla. Mi annoia. Se lo immaginerebbe un farmacista che dopo una giornata di lavoro torna a casa e si legge il ricettario? Sarebbe matto. Comunque non parlerei della morte del talk show come genere. Dipende da come viene fatto». Lei è stato ideologo della prima Forza Italia. Se oggi le richiedessero di scendere in politica? «La riterrei un'offesa». Qual è il problema di Forza Italia? «Non ha una proposta politica. La base non capisce più nulla. Brunetta ogni giorno attacca il governo. La linea qual è? Forza Italia deve decidere cosa fare da grande». Secondo lei Berlusconi è troppo condizionato dalla fidanzata Francesca Pascale? «Non so. Tra moglie e marito non metto il dito. Però noto in lui uno spirito “animalista” inedito. Anzi, forse lo aveva mostrato con alcuni esemplari della prima Forza Italia. Ma in quel caso erano asini». di ALESSANDRA MENZANI

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