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Harvey Weinstein faceva pedinare le due vittime da una spia addestrata dal Mossad

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Matteo Legnani
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Bella, bionda, di origini israeliani e addestrata da ex agenti del Mossad. E' la "spia" che Harvey Weinstein aveva assoldato e messo alle calcagna delle donne che in queste settimane lo hanno accusato di molestie e violenze sessuali per carpine i segreti, le confessioni, insomma gli eventuali punti deboli da usare a suo favore anche in eventuali futuri processi. Maja Lazarova, così si faceva chiamare, era una dipendente dell'agenzia privata israeliana specializzata Black Cube. Ma il suo vero nome è Stella Penn Pechanac. Weinstein le aveva fatto avvicinare anche i giornalisti che indagavano e poi scrivevano sulle sue malefatte. Ex attrice, aveva studiato recitazione a Tel Aviv dopo aver lasciato l'aviazione col grado di tenente, la sua "copertura" ha iniziato a cedere quando, proprio parlando con un reporter fingendosi una delle donne molestate dal produttore cinematografico, aveva sbagliato il nome dell'ex marito e poi anche quello della società per cui diceva di lavorare. Poi il New Yorker ha pubblicato un articolo che svelava i nomi delle società assoldate da Weinstein per tallonare le accusatrici. E l'attrice Rose McGowan, prima accusatrice del produttore, ha riconosciuto nella descrizione fatta dal giornale quella attivista che ormai considerava una confidente e un'amica e che le aveva addirittura offerto 60mila dollari per diventare testimonial di una campagna a favore delle donne e dei loro diritti.

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