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Massimo Giletti massacra Fini a Non è l'Arena e a sinistra lo massacrano così

Giulio Bucchi
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Sarà una coincidenza: Massimo Giletti tocca (duro) Gianfranco Fini e i giornali di sinistra lo massacrano. Ma quando si opponeva a L'Arena su Raiuno a Silvio Berlusconi in un ruvidissimo faccia a faccia televisivo passato a suo modo alla storia, era il paladino della libertà di stampa. Gira così il mondo, soprattutto tra i progressisti. Per approfondire leggi anche: Giletti demolisce Fini e il suo avvocato in diretta L'ultima puntata di Non è l'Arena, evidentemente, non è piaciuta molto a L'Espresso che dedica al conduttore una critica piuttosto velenosa dal titolo emblematico: "Il giornalismo facile facile di Massimo Giletti". "I temi trattati sono rodati, anche troppo, dai Tulliani allo scandalo dei vitalizi, conditi da quel pizzico di populismo che appassiona il giusto", spiega Beatrice Dondi sul sito del settimanale del gruppo di De Benedetti, un po' come accade dal parrucchiere. "Giletti guarda in camera con quella sua gran bella faccia e mentre ribadisce 
il concetto della sua schiena dritta snocciola una serie di istruzioni per l'uso, come se si stesse rivolgendo a un fan club comodamente sdraiato sul divano dopo il pranzo della domenica piuttosto che a un pubblico avvezzo al giornalismo d'inchiesta". Forse i commentatori un po' snob dell'Espresso non gradiscono "sottolineature 
e domande retoriche". Soprattutto, non gradiscono che Giletti presenti la sua nuova trasmissione come quello che è: il frutto di una cacciata dalla tv publica. "Meglio sarebbe - suggeriscono - abbandonare quest'aria da martire 
di regime e portare a casa 
il risultato di aver messo in piedi 
un dignitoso spettacolo per famiglie 
in odor di informazione". E a sinistra, in termini di martiri e vittimismo, se ne intendono eccome.

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