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Paolo Savona, anche Bruno Vespa lo difende: "Tutte sciocchezze. Ecco i due nomi di ministri che possono salvarlo"

Giulio Bucchi
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Chi ha paura di Paolo Savona. Anche Bruno Vespa si schiera in difesa della scelta dell'82enne economista euroscettico per la nomina a ministro, contro i veti del presidente Sergio Mattarella e di tante segreterie europee. "In un gabinetto fatto in larga parte di debuttanti - spiega il conduttore di Porta a porta nel suo editoriale sul Quotidiano nazionale -, piaccia o non piaccia, il curriculum di Savona è di gran lunga uno dei più prestigiosi, se non il più prestigioso". Per titoli, esperienza economica e politica, conoscenza dei mercati finanziari. Eppure il Quirinale lo sta respingendo, perché contrario alla linea dominante del "Viva l'euro, viva l'Europa". "Savona è convinto che la Germania abbia sempre tentato di dominare l'Europa, prima con le armi e poi con la moneta. E questo è un fatto, prima che un'opinione", spiega Vespa. Ingiusto, poi, non tenere conto del verdetto emesso dagli italiani il 4 marzo, che se non anti-euro e anti-Ue sicuramente è stato di grande critica. Savona, dunque, sarebbe l'uomo giusto per dare voce alla volontà degli elettori. "Da qui a immaginare che il professore voglia smontare il sistema ce ne corre. Vuole soltanto portare avanti una politica diversa dal passato in un governo diverso dal passato", è la lapalissiana verità di Vespa. Un modo, per ricomporre il mosaico e far digerire la nomina al Quirinale, ci sarebbe: "Converrà accostare al nome di Savona quello del giovane ambasciatore in Qatar Pasquale Salzano candidato agli Esteri", meno moderato politicamente di Giampiero Massolo "ma pur sempre un diplomatico". "E quello di Moavero Milanesi, già ministro di Monti e di Letta, con quattro quarti di nobiltà europeista". Basterà a convincere Mattarella, Bruxelles e Francoforte?

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