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Primarie Pd, nodo "autocertificazione": hanno cambiato le regole

Pierluigi Bersani

Accusano Renzi di voler modificare le regole in corsa, ma lo hanno fatto i fedeli del segretario nelle ultime ore: dall'autocertificazione al diritto di veto

Andrea Tempestini
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Non solo il cambiamento delle regole di cui vi diamo conto nelle prossime righe, ma anche la mobilitazione degli immigrati. Infatti, in Campania i grandi proprietari terrieri hanno mobilitato gli immigrati in favore del segretario Pd, Pierluigi Bersani. "Noi solo votare padrone", spiegavano la scorsa domenica, il 25 novembre, ai seggi allestiti nella regione, a chi, spinto dalla curiosità di vederli in coda nell'unico giorno libero, chiedeva loro che ci facessero a votare alle primarie del Pd. Questo il primo episodio, gravissimo. Poi, come accennato, ce n'è un secondo, ancor più grave. Sicuri che sia Matteo Renzi a voler cambiare le regole del ballottaggio delle primarie del Pd? Certo, lui lo ha chiesto, invocato, ma non ha ottenuto risultati. Semmai, chi ha cambiato le regole in corsa, è la cricca di Bersani. Obiettivo? Rendere la vittoria del rottamatore pressochè impossibile. Il sospetto del broglio lo lancia il costituzionalista e senatore del Pd (ala veltroniana), Stefano Ceccanti, in una dichiarazione su L'Unità. Voto degli immigrati - Non solo il cambiamento delle regole. Come scrive Libero in edicola giovedì 29 novembre. "Noi solo votare scheda padrone", dicevano domenica 25 novembre ai seggi a chi, spinto dalla curiostità di vederli in coda l'unico giorno libero della settimana se li ritrovava nei seggi allestiti per le primarie.  Autocertificazione? - Ceccanti spiega che "la delibera del 26 novembre presenta una forzatura, e cambia in modo sostanziale quanto previsto dal regolamento che parlava di una 'autocertificazione' (il meccanismo che prevede che per votare al secondo turno, nel caso in cui non si abbia preso parte al punto, è necessaria una giustificazione, ndr). Si introduce un controllo delle motivazioni da parte dell'organismo provinciale, e peraltro all'unanimità, da parte dello stesso organismo. Insomma - sgancia la bomba Ceccanti -, proprio chi dichiara di non voler cambiare le regole in realtà lo sta facendo surrettiziamente". E per rendersi conto del trucchetto è sufficiente ripercorrere tutte le dichiarazioni del presidente dei garanti delle primarie, Luigi Berlinguer. Partiamo da domenica sera, subito dopo il voto. Berlinguer parla di "autocertificazione" e specifica che "non chiederemo il certificato medico". Una linea confermata lunedì 26 novembre, nel pomeriggio: "Basta dichiarare, non certificare l'avvenuta impossibilità di votare". La truffa - Un radicale cambio di rotta, insomma, rispetto alle dichiarazioni solo di poche ore prima. Altro che "autocertificazione", ora sono le sezioni provinciali a decidere caso per caso. Quindi martedì Berlinguer chiude la discussione: "Le regole non si cambiano, sono state approvate all'unanimità il 15 ottobre", scrive in una nota. Peccato che invece le abbiano cambiate il pomeriggio precedente. Obiettivo? Favorire Bersani. La pietra tombale sulla discussione la pone poi Nico Stumpo, il responsabile primarie Pd a livello nazionale e bersaniano doc: "Non avete votato al primo turno perché eravate all'estero? Portateci i biglietti aerei...". Oggi, mercoledì 28 novembre, è arrivato il "contentino" ai renziani: ci si potrà pre-iscrivere anche online, senza recarsi fisicamente alla sezione, ma comunque la richiesta di poter votare verrà vagliata caso per caso. Una truffa. Bella e buona.

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