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Silvio boccia la riforma elettorale"Così scelgo io chi candidare"

Sfuma l'addio al "porcellum": Berlusconi non vuole le preferenze per poter avere mano libera sulle liste del suo nuovo partito

Matteo Legnani
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Al voto di primavera col "porcellum". E' questo l'ultimo scenario, quello uscito giovedì pomerigggio dalla riunione degli "sherpa" che alla bozza di riforma elettorale stanno lavorando da mesi: Denis Verdini del Pdl, Lorenzo Cesa dell'Udc, Maurizio Migliavacca del Pd e Italo Bocchino di Fli. Ad alzare bandiera bianca sarebbe stato, secondo indiscrezioni, proprio Verdini: "Mi spiace, ma il presidente Berlusconi ha deciso che così non va, preferisce tenersi il sistema attuale". Cioè, fondamentalmente, niente preferenze. Un elemento fondamentale per avere carta bianca nella definizione delle liste (leggi la "lista nera" del Cavaliere) del nuovo partito che il Cavaliere si appresta a varare. Con le vecchie regole, inoltre, Berlusconi potrebbe ancora sperare di non lasciare al duo Pd-Sel anche la maggioranza al Senato. La nuova bozza, nella stesura definitiva, prevederebbe un premio al raggiungimento del 38,5%, in grado di far lievitare la maggioranza a quota 55%. E se nessuno dovesse duperare quella soglia, il primo partito avrebbe comunque un premio pari al 27% dei seggi conquistati. Le trattative si sono ora fermate, in attesa del risultato delle primarie del Pd. Una loro ripresa è anche legata a chi uscirà vincente dalle urne di domani: Bersani o renzi.

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