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M5s, Grillo: "I cinque dissidenti fuori dal Movimento"

Ignazio Stagno
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Niente streaming, niente giornalisti. Ma dall'assemblea dei senatori del Movimento 5 Stelle che ha affrontato la questione delle dimissioni dei 5 dissidenti si sa già tutto. Per esempio, Maurizio Romani, Maria Mussini, Monica Casaletto, Alessandra Bencini hanno confermato il loro addio, non senza veleni. Qualcuno, come la Casaletto, ha lasciato la riunione col volto scuro. La Bencini addirittura avrebbe parlato ai colleghi piangendo e interrompendo il suo intervento tra i singhiozzi. Dei 5 dissidenti, solo Laura Bignami avrebbe "ritrattato" le dimissioni: "Prima vediamo regole e regolamento", ha risposto a chi gli chiedeva se fosse disposta a restare nel Movimento grazie al cosiddetto "Lodo Bottici". La senatrice Laura Bottici ha proposto ai dissidenti di ritirare le dimissioni in cambio di nuove regole, ma la Mussini non ci sta: "Quella proposta è dettata solo dalla paura". L'accusa dei dissidenti - "Qui dentro ci sono persone che si sentono in guerra. Bene, oggi ci sono i caduti", ha spiegato la più combattiva dei 5 senatori dimissionari, la Mussini. "Mi chiedo se ci sia un grillometro qui dentro", ha aggiunto la senatrice rivolgendosi ai "presunti" fedelissimi del movimento. "Non ne posso più -ha aggiunto Mussini con voce decisa tanto da udirsi distintamente nel corridoio antistante la X commissione - di sentire parlare di soldi. Ho rassegnato le dimissioni per ragioni che da oggi appaiono ancora più evidenti. Da quando si è iniziato a parlare di espulsioni -ha denunciato - non c'è stato un momento di riflessione, ha preso solo piede l'idea: il treno è partito, ora liberiamoci di tutti". Per la senatrice si è ormai attivata "una dinamica pericolosa, distruttiva della nostra azione" l'idea che ha preso piede nel gruppo, ha lamentato, è quella del Ci siamo liberati dei quattro che rompevano i c..., ora liberiamoci degli altri cinque". Mussini ha poi rivendicato di non aver "mai rilasciato una sola dichiarazione sconveniente". Poi ha polemizzato sull'accusa, mossa da alcuni, di aver preso parte a una presunta cena con l'esponente Pd Pippo Civati. "Ho diritto -ha sottolineato - ad andare a cena con Civati e chiunque altro. Cosa c'entra la fiducia? Questa è solo malafede". La decisione di Grillo - A scatenare l'ennesima giornata da psicodramma a 5 Stelle è stato il post di Beppe Grillo sul suo blog, che ha sancito la "fuoriuscita dal Movimento" dei 5 dissidenti dimissionari. "I senatori eletti come portavoce del M5S Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani hanno rassegnato le loro dimissioni dal Senato e le hanno presentate ufficialmente al Presidente del Senato Piero Grasso. Questo gesto non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall'assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi. E' stato loro chiesto se confermassero o meno la propria posizione e l'hanno ribadita. I senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal MoVimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani sono fuori dal M5S". Insomma a Orellana, Battista e Campanella si aggiungono altri 4 epurati. Le pulizie di primavera in casa 5 Stelle continuano. E ora, sostengono i beninformati, potrebbero arrivare altri addii al Senato e alla Camera. Minacce e proiettili - Intanto è stata intercettata una busta con proiettili a Orellana e Battista. Nella missiva, bloccata al centro di smistamento di Roserio (Milano), erano citati anche Bocchino, Campanella e Paola De Pin, la senatrice uscita dal M5S qualche mese fa. 

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