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Matteo Renzi e Giorgio Napolitano, la cena in cui decisero di far fuori Letta

Andrea Tempestini
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La volta buona. L'ultimo slogan di Matteo Renzi, che ora diventa anche un libro in cui viene ricostruita la staffetta tra l'ex sindaco di Firenze ed Enrico Letta a palazzo Chigi. Un libro zeppo di retroscena scritto per Editori Riuniti da Mario Lavia (vicedirettore di Europa), Angela Mauro e Alessandro De Angelis dell'Huffington Post ed Ettore Colombo, biografo di Pier Luigi Bersani. L'obiettivo delle otto mani è quello di raccontare la "vera storia" del turbolento avvicendamento alla presidenza del Consiglio. Secondo quanto viene raccontato ne La volta buona, il preambolo risale alla scorsa primavera. Basta una battuta, a Renzi: "Senti, ma perché non ce lo prendiamo il partito?". L'allora sindaco parlava con il fedelissimo Matteo Richetti. Una battuta che, in verità, nascondeva una decisione presa da tempo: Renzi aveva già chiaro in testa l'obiettivo di scalare il Nazareno. E anche il governo. C'è poi una seconda, fondamentale, tappa di avvicinamento alla staffetta: una cena a casa di Giorgio Napolitano. "Ora governo io" - Secondo quanto racconta il libro, il capo dello Stato invita Renzi a cena e lo fa all'oscuro delle segreterie del Quirinale. "Sarò padrone di invitare chi voglio a cena a casa mia", racconta l'inquilino del Colle nel libro. Ed è proprio a quella cena che le decisioni sono state prese. Renzi avrebbe spiegato: "Il Pd non ce la fa più a sostenere questo governo. Siamo tutti d'accordo. Continuando così alle Europee, noi rischiamo di essere travolti e il governo salterebbe comunque. Si rischierebbe di arrivare a posizioni radicali tipo Grillo. Sarebbe un disastro". Quindi Renzi avrebbe gettato la maschera: "Ecco, abbiamo deciso un cambio al governo, e io farei il premier". Al solito l'ex sindaco di Firenze si sarebbe espresso senza peli sulla lingua. Da par suo, Napolitano, nei fatti, avrebbe acconsentito. Il presidente della Repubblica si è limitato a un avvertimento: "State attenti a non sfasciare tutto, che non salti la maggioranza". La cena si concluse così. E così, in buona sostanza, si concluse anche il governo Letta.

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