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Elezioni europee i risultati in diretta: Pd al 42 per cento, M5S al 20, Forza Italia al 16

Ignazio Stagno
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Un trionfo europeo per Matteo Renzi. Con lo spoglio delle elezioni europee completato, il Pd si prende il 40,8%, segnando un record storico per la sinistra italiana, mai così forte dai tempi del Pci nel 1984 (erano le europee, anche allora, subito dopo la scomparsa di Enrico Berlinguer) e in generale un primato per le elezioni italiane. Solo la Dc di Fanfani nel 1958 raggiunse questi livelli. Ridimensionato il Movimento 5 Stelle che scende al 21,2% (rispetto al 25% delle politiche 2013 e lasciando per strada 3 milioni di voti), mentre Forza Italia crolla al 16,8 per cento. Sorride la Lega Nord che va al 6,2 per cento. Ncd di Alfano mette insieme un risicato 4,4%, mentre la lista Tsipras soffre fino all'ultimo, appesa al 4% tondo dello sbarramento. Restano fuori da Strasburgo Fratelli d'Italia al 3,7 per cento. Meglio i Verdi (0,9) dei montiani di Scelta Europea (0.7) praticamente inesistente. I dati delle proiezioni aumentano i divari previsti dagli exit poll, che davano il Pd primo partito al 34,5%, Movimento 5 Stelle al 25%, Forza Italia terza al 17. Vince chi paga - In Italia, a differenza di quanto accaduto nel resto d'Europa, l'elettorato sceglie la sinistra europeista. Premiata oltre ogni aspettativa la politica del premier Matteo Renzi: un Pd al 40% è il trionfo del "vince chi paga" e della continuità dell'esecutivo. E adesso, con un governo rinsaldato, potrebbero arrivare le brutte notizie per gli elettori: dalla Tasi alla potenziale nuova manovra, con tasse su rendite finanziarie e una patrimoniale all'orizzonte, gli 80 euro del bonus Irpef potrebbero diventare un amaro ricordo. E attenzione, perché potrebbe crescere la tentazione in Renzi di prendersi tutta la posta in gioco, tornando alle urne per le politiche tra ottobre e gennaio 2015.  Delusione 5 Stelle - Le opposizioni? Disfatte. Il Movimento 5 Stelle, stando così le cose, sarebbero l'unico partito anti-Europa a non crescere in tutto il Continente. Addirittura, nonostante una campagna elettorale tambureggiante e un anno in Parlamento tra ombre sostanziali e luci mediatiche, Grillo e i suoi avrebbero perso terreno rispetto alle (sorprendenti) elezioni politiche del 2013. Segno che qualcosa, nella comunicazione ma non solo, non ha funzionato. Secondo Youtrend, a fronte di 3 milioni di voti guadagnati dal Pd rispetto alle politiche, i grillini ne avrebbero persi due e mezzo. Flop Forza Italia - Un crollo è quello che rischia Forza Italia. Silvio Berlusconi, con una campagna elettorale a singhiozzo, non è riuscito a mettere la toppa e il partito potrebbe aver raggiunto il suo minimo storico, intorno al 15%: mai successo, così come gli azzurri non sono mai stati il terzo partito in Italia. E ora il Cavaliere teme un contraccolpo a livello interno, con la fronda anti-renziana che potrà alzare la voce. Dal punto di vista politico, un risultato così deludente legherebbe le mani all'ex premier, non più in grado di candidarsi ad alleato di Renzi sulle riforme o, eventualmente, per le larghe intese. Gli altri - Gli altri partiti, più staccati, hanno però bilanci molto diversi tra loro. Ride la Lega Nord, il partito anti-euro più convinto e più premiato. Gli altri due, Lista Tsipras e Fratelli d'Italia/Alleanza Nazionale, lotteranno fino all'ultimo con lo sbarramento al 4 per cento. Stesso andamento per Alfano e Nuovo Centrodestra. Il suo obiettivo era arrivare al 7%, difficilmente supererà il 4,5 per cento. Risultato negativo, che mette a rischio il progetto stesso dei fuoriusciti dal Pdl.

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