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M5s, gli espulsi salgono sul carro di Renzi

Ignazio Stagno
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I numeri ci sono, il nome anche: si chiamerà Democrazia Attiva il nuovo gruppo di transfughi grillini che vedrà la luce nei prossimi giorni al Senato e che potrà essere di grande aiuto per la maggioranza che sostiene il governo Renzi. Una formazione già prevista da qualche tempo, ma che ora, con il flop del Movimento Cinquestelle alle Europee, può partire ufficialmente. Ne faranno parte di sicuro gli ex senatori espulsi ora nel Misto, i vari Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, oltre alla prima epurata Adele Gambaro, ma anche agli altri stellati che, nel corso dei mesi, se ne sono andati da soli, in segno di solidarietà con i cacciati o in disaccordo con i toni violenti del leader e dei suoi “talebani”, come Paola De Pin, Monica Casaletto, Laura Bignami e Bartolomeo Pepe. «Abbiamo aspettato fino alle fine dello spoglio perché non volevamo ritrovarci attaccati dai nostri ex compagni di partito in caso di débacle», dicono i fuoriusciti, ma ora che i dati sono certi e la truppa di Grillo stata fortemente ridimensionata non c'è più motivo di tacere sulla nuova formazione. Il siciliano Campanella, da sempre voce critica all'interno del M5S e tra i più convinti della costituzione del nascente gruppo, va oltre: «Abbiamo temporaggiato nell'annuncio più che altro per rispetto nei confronti degli attivisti, ma ora possiamo dire che stiamo lavorando in modo serrato e siamo più di dieci. I numeri per una nuova formazione al Senato ci sono tutti». E in quanto al risultato deludente dei Cinquestelle, il senatore non ha dubbi: «Credo che abbiano impaurito gli elettori con un linguaggio che non aveva né capo né coda e anche le “purghe” hanno inciso, dando l'idea di un Movimento dove veniva messo alla porta chi esprimeva qualche dubbio». Dodici o anche tredici i membri accreditati per Democrazia Attiva (Da), il nome su cui gli ex grillini stanno ragionando in queste ore e anche qui varrà la regola sacra del Movimento: restituzione dei rimborsi elettorali, affinché non si dica che i transfughi fanno un gruppo nuovo per tenersi i soldi pubblici. Per la presidenza si fa il nome di Orellana o dello stesso Campanella, non sono previsti innesti da Sel, più probabile che si tenti la strada del dialogo con alcuni esponenti delle minoranze tra cui Claudio Zin, ora nel gruppo delle Autonomie (Maie). Così come è partito il corteggiamento verso quei senatori grillini da tempo in sofferenza a causa della linea aggressiva dei talebani di Beppe, come Serenella Fucksia. Voci, per ora, che però lasciano intuire tutta un'altra realtà a Palazzo Madama. Decisamente favorevole al premier. Se prima i numeri della maggioranza di governo erano ballerini ora, con la nuova formazione di ex grillini disposti al dialogo con il Pd su alcuni provvedimenti, lo scenario potrebbe cambiare. E, del resto, lo stesso Battista non ha mai nascosto una certa apertura nei confronti di Matteo Renzi, ragion per cui è stato cacciato da Grillo e dai suoi senza tanti complimenti. Qualcuno giura che l'agitazione potrebbe contagiare perfino la Camera, dove comunque prevalgono gli ortodossi e i (pochi) dissidenti sono già confluiti nel Misto da mesi ma senza avere i numeri (a Montecitorio servono almeno 20 membri, mentre al Senato ne bastano 10) per formare un nuovo gruppo. Tra i delusi si fa il nome del deputato friulano Walter Rizzetto che, insieme al collega siciliano Tommaso Currò e ad altri, non ha mai nascosto una certa avversione per i toni esasperati di Grillo e dei suoi fedelissimi. Ma parlando con Libero Rizzetto smentisce qualunque partenza: «Questo è il momento di fare quadrato per rispetto nei confronti di Beppe e degli elettori del Movimento. Siamo pronti a qualunque tipo di verifica, ma non credo che alla Camera ci saranno fuoriusciti dal nostro gruppo». di Brunella Bolloli

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