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Quirinale, la Boldrini verso il Colle per il dopo-Napolitano

Ignazio Stagno
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Laura Boldrini verso il Quirinale. Lady Montecitorio comincia a studiare il suo piano per mettere le mani sulla poltrona del Colle. Prima ha preso le distanze dai disastri di Sel e ora con i suoi "sponsor", la Boldrini punta dritto allo scranno di Napolitano. La prima mossa per lo scacco al Re (Giorgio) è quella di mollare Vendola. Laura lo fa subito, un minuto dopo la scissione di Sel: "Io mi sono presentata alle elezioni come indipendente - spiega - e il secondo giorno che ero lì sono stata eletta presidente. Non ho partecipato al dibattito di Sel e al fatto che si sia arrivati a questa decisione". E ancora: "non devo avere un marchio di appartenenza, tanto più che sono un'indipendente. Mi spiace che in Sel ci sia stato questo strappo, ma non è che questa situazione mi rende orfana". La seconda mossa (quella decisiva) prevede uno sponsor di peso per ottenere i voti necessari per l'elezione al Colle. E la Boldrini l'ha trovato. Lo sponsor - E' il segretario generale della Camera Ugo Zampetti, mentore della Boldrini nei meandri del Palazzo. Zampetti ha un sogno che coincide con quello di Lady Montecitorio: coronare la propria carriera di grand commis (il suo mandato, dopo 15 anni, scade a fine 2014) al Quirinale. Sogno sfumato un anno fa, quando venne affossato il candidato che lo avrebbe portato con sé al Colle, Franco Marini. Da qui parte la "remuntada" di Zampetti salendo sul carro della Boldrini. Cura ossessiva della propria immagine (la reunion di Titignano cui ha invitato come consulenti Gad Lerner) e l'assiduo presenzialismo politico della presidente. Anche se resta un grosso ostacolo sul suo cammino, come spiega un dirigente parlamentare del Pd: "Se sarà questo Parlamento ad eleggere il nuovo capo dello Stato, non credo che la Boldrini troverebbe molti voti: né da Fi, né dai grillini che la vedono come la peste, e tanto meno da noi".

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