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Incontro Pd-M5s, Matteo Renzi apre al ballottaggio tra liste

Andrea Tempestini
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L'atteso incontro tra Pd e grillini, dopo l'ultimo slittamento che ha spinto Luigi Di Maio ha twittare quel "#chefatica", alla Camera, è stato onorato anche dal premier, Matteo Renzi. Aveva detto che non ci sarebbe andato, e invece all'ultimo momento ha preso parte al tavolo con la delegazione pentastellata per il summit in streaming, come lo scorso 25 giugno. Ad aprire le danze proprio Di Maio, vicepresidente di Montecitorio: "Oggi non vi facciamo una proposta che viene incontro alla vostra per trovare un punto d'incontro - ha premesso -. A noi interessa molto la stabilità. Dobbiamo dare poi ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati, dopo 8 anni di Porcellum". Si parla dell'Italicum, dunque, sul quale il M5s è pronto al dialogo ma "solo dopo le riforme". Le preferenze - La replica è di Deborah Serracchiani, vicesegretaria Pd, che spiega che il partito "non è disposto a scambiare la governabilità con le preferenza. Perché dovremmo fare un mercimonio della riforma?". I grillini, però, insistono sulle preferenze: "La nostra proposta alternativa di sistema elettorale ha come primo punto un proporzionale senza soglie di sbarramento. Al primo turno - spiega Danilo Toninelli - vince chi prende un voto più del 50% altrimenti c'è il ballottaggio". Quindi tocca ad Alessandra Moretti, la bella democratica che chiarisce che non ci potranno essere stravolgimenti al testo: "Noi siamo già arrivati a una mediazione con le altre forze politiche che hanno accettato il confronto con il Pd. Un dialogo che inizialmente i grillini hanno rifiutato". Tagliente la replica di Toninelli: "Capisco, comanda Berlusconi". Provocazione-Renzi - A quel punto entra in campo Renzi, defilato fino a quel momento, che si toglie qualche sassolino dalle scarpe. "La prima richiesta di confronto con voi - spiega rivolgendosi ai grillini l'ho scritta l'8 dicembre. Se io sono un bradipo, voi che ci avete messo 6 mesi per rispondere cosa siete?". Sulle preferenze, Matteo ha spiegato: "Noi non pensiamo che la preferenza sia lo strumento della democrazia ma tra averla e non averla preferiamo averla. Si è arrivati però a un accordo sulla legge elettorale che non le prevede tanto che come Pd facciamo le primarie". Nel frattempo, da parte di Beppe Grillo, assente, arriva in tempo reale la "promozione" alla delegazione grillina: "Sto seguendo la diretta streaming dell'incontro M5S PD - scrive su Facebook -. I nostri ragazzi come sempre sono fantastici e competenti". Il Rio delle Amazzoni - Dunque, ancora Renzi, usa toni concilianti: "Da qui al primo di agosto - annuncia -, facciamo un giro ufficiale con tutte le altre forze politiche che stanno consentendo di fare le riforme e una legge elettorale sulla quale avete urlato in modo eccessivo perché è molto, molto, molto vicina a quella che voi avete proposto. Tra la nostra proposta e la vostra - sottolinea - non c'è il Rio delle Amazzoni, c'è un ruscello". Dunque Renzi chiosa: "Lasciamo in piedi quello che sta in piedi e se sono rose fioriranno. Devo riconoscere che passi in avanti dal Movimento 5 Stelle ci sono stati". Il presidente del consiglio apre poi sul doppio turno di lista: "Quando si fanno le leggi elettorali e costituzionali non è che arriva uno e dice 'si fa con la mia legge'. Questa legge Costituzionale è stata profondamente modificata, io avrei per esempio preferito un maggior numero di sindaci". E ancora: "Non apriamo questa discussione: il doppio turno di lista è un punto importante". Infine, il premier propone un nuovo incontro: "Rivediamoci prima che la legge elettorale sia discussa al Senato".

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