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La Boldrini: troppo alta soglia dell'Italicum all'8%

Matteo Legnani
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Ooops, dalle parti di Sinistra e libertà devono essersi accorti di averla fatta fuori dal vaso, questa volta. E ai vertici dell'ultimo partito rosso sopravvissuto nelle aule parlamentari, qualcuno la scorsa notte deve essersi sognato i vari Ferrero e Diliberto. gente sparita dalle mappe della politica italiana una volta estromessa da Camera e Senato. Una sorte che, alla prossima tornata elettorale, potrebbe toccare anche a vendola & soci, protagonisti l'altroieri di un clamoroso strappo con il Pd nel percorso di riforma del Senato. Lì per lì, i compagni hanno fatto gli spavaldi, dicendo che la rottura "avrà conseguenze", ad esempio nelle amministrazioni locali in cui Pd e Sel governano da alleati. Ma poi, qualcosa deve essersi incrinato nelle loro certezze bolsceviche. E devono essersi chiesti, una volta sbollita l'adrenalina, se lo scontro non avrebbe forse permesso a Matteo Renzi di tirargli una bella pedata nel sedere e liberarsi dell'ultimo fardello di sinistra nella sua marcia impietosa alla conquista di "tutto" il centro. Però, fare retromarcia a così poche ore dal misfatto sarebbe stato poco onorevole. E così, a Vendola e soci deve essere venuta in mente una mossa alternativa: mandare avanti Laura Boldrini, che sui banchi di Montecitorio e poi sullo scranno più altro della camera, in fin dei conti, ci è arrivata proprio grazie a Sel. Non si spiega altrimenti l'uscita della signora nel corso dell'odierno incontro con la stampa parlamentare: "La soglia dell'8% stimola poco la rappresentanza, taglia fuori e non include un pezzo di società". La soglia dell'8%, per la cronaca, è lo sbarramento fissato dall'Italicum per l'ingresso in Parlamento dei partiti che si presentino alle elezioni non in coalizione con altri. Esattamente la posizione in cui, a questo punto, rischia di trovarsi Sel quando si tornerà a votare per le politiche. 

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