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Pd, Massimo D'Alema e la cena anti-Renzi

Ignazio Stagno
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Chiamatela pure la cena dei veleni. Il Pd, anzi la minoranza Pd guidata da D'Alema, Bersani e Cuperlo ci riprova: vogliono far fuori dalla segreteria del Nazareno Matteo Renzi. In una cena top secret, come racconta il corriere, D'Alema&Co. hanno deciso di arginare il premier e sostanzialmente di abbandonarlo al suo destino mentre alle porte si prospetta un braccio di ferro con l'Europa per portare in porto le riforme che ormai restano solo promesse vane nel nulla. Baffino, dicono i bene informati, è irritato con Matteo Renzi: "A me aveva detto determinate cose, sia sulla composizione del governo che sulla nomina europea dell'Alto rappresentante e poi non ha tenuto fede alla parola data. Prima o poi qualcuno dovrà raccontare le bugie che dice quello lì". La fronda - A far infuriare D'Alema e i suoi fedelissimi c'è anche la battaglia per l'articolo 18. C'è chi propone la linea dura, mentre c'è chi propone di mantenere l'asse con Forza Italia per decidere come va impostata la riforma del lavoro. Durante la cena dei congiurati si è parlato anche del Quirinale. La successione di Giorgio Napolitano fa tremare il Nazareno. Nel timore che Renzi possa spiazzare tutti puntando su una donna viene fatto il nome di Paola Severino, l'ex ministro della Giustizia di Monti. Ma anche le altre minoranze del partito democratico non sembrano voler concedere spazio al premier soprattutto dentro la segreteria. Così le fronde si organizzano. Pippo Civati ha siglato un'alleanza con Beppe Fioroni, ex Ppi, ex Margherita, leader dei cattolici del Pd storicamente lontano dalle posizione civatiane. Iniziative volte a stanare il premier e metterlo in difficoltà. La resa dei conti al Nazareno continua. 

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