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Articolo 18, Matteo Renzi ammonisce i dissidenti del Pd: "Se sarà decisivo il voto di Forza Italia..."

Nicoletta Orlandi Posti
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A Palazzo Madama nei prossimi giorni andrà in scena la battaglia per l'articolo 18 e lì, la minoranza del Pd, può contare sulla pattuglia più nutrita e agguerrita. Questo lo sa bene Matteo Renzi: basta che venti senatori vadano fino in fondo votando i sette emendamenti presentati dai "dissidenti" alla riforma renziana del lavoro e la maggioranza dovrà contare sui voti decisivi delle opposizioni per non andare sotto. Nuovi scenari - Il premier in queste ore, secondo il retroscena della Stampa, sta ragionando come vincere la partita. "Se nelle prossime votazioni sul jobs act, su un singolo emendamento e peggio ancora sul voto finale", ammonisce Renzi, "la dissidenza interna rendesse indispensabili i voti di Forza Italia, per il governo si aprirebbe un problma politico molto grave: non ci sarebbe più la maggioranza". Naturalmente Renzi in pubblico non usa le stesse parole, ma quando parla di "problema politico molto grave", fa notare Fabio Martini, è chiaro che già prospetta conseguenze inevitabili come le dimissioni da presidente del Consiglio e quindi la caduta del governo. Sergio Tonini, uomo forte della nuova segreteria, tratteggia il nuovo scenario: "Se davvero la minoranza del nostro partito insistesse a voler votare i propri emendamenti e in una votazione risultasse determinante l'apporto delle opposizioni, con la maggioranza non autosufficiente su un provvedimento strategico, a quel punto è facile immaginare che uno dei capigruppo dell'opposizione invocherebbe una verifica". La strategia - Da parte sua Renzi sta studiando le contromosse per disinnescare la minoranza Pd: un voto dentro il gruppo del Senato sull'emendamento del governo e, se non bastasse, la richiesta di fiducia per l'intero provvedimento. Come si comporteranno i dem in Aula non è affatto chiaro: ieri gli oltre 100 senatori del Pd, a poche ore dalla fine della Direzione Nazionale, si sono riuniti a porte chiuse per discutere dell'art. 18. All'uscita le bocche erano cucite.

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