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Giustizia, emendamento del governo: così vuole cambiare la responsabilità civile dei magistrati

Giulio Bucchi
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Ricordate le misure sulla responsabilità civile dei magistrati promesse dal ministro della Giustizia Andrea Orlando? Dimenticatele: è lo stesso Guardasigilli a proporre misure di modifica al testo base della riforma, concordato da Pd, Ncd e Forza Italia. Un colpo di mano che fa infuriare i due partiti di centrodestra mentre il relatore del ddl, il socialista Enrico Buemi, ha minacciato anche di dimettersi.  Cosa cambia - Secondo gli emendamenti di Orlando, che recuperano l'impostazione iniziale del governo che aveva ricevuto il no di Ncd e Forza Italia, la responsabilità civile delle toghe andrebbe applicata "solo in rarissimi casi", che vanno dalla negligenza grave al travisamento grave del fatto, escludendo per esempio i casi in cui i giudici si discostino dalle sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione senza adeguate motivazioni. "Il mio emendamento è un punto di partenza, non di arrivo. "L'unica cosa in più che c'è rispetto alla legge Vassalli - spiega il senatore azzurro Francesco Nitto Palma, presidente della Commissione Giustizia del Senato -, oltre all'abolizione del filtro che era già stata fatta in commissione, è che i magistrati che oggi pagano, indipendentemente dall'entità del risarcimento, un terzo dello stipendio netto all'epoca del fatto, circa 20mila euro, adesso grazie a questi emendamenti del Governo ne pagheranno 25mila. Tutti gli altri, medici, ingegneri, dipendenti pubblici, continueranno a pagare il 100% per ipotesi di colpa grave". Orlando per ora minimizza: "Il mio emendamento è un punto di partenza. Con i sub-emendamenti si potrà migliorare il testo da noi proposto". 

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