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Genocidio armeni, Gentiloni e Pd contro Turchia (e Gozi): "Il Papa? Reazione di Ankara ingiustificata"

Giulio Bucchi
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Le parole di Papa Francesco sul genocidio degli armeni sta diventando un doppio caso diplomatico. Il primo, ovviamente, tra il Vaticano e la Turchia che ha deciso di richiamare il proprio ambasciatore nella Santa Sede. Il secondo tutto dentro al governo. Il sottosegretario Sandro Gozi è stato protagonista di una uscita controversa: "E' inopportuno che il nostro governo prenda una posizione", ha risposto incalzato dalla giornalista di Libero Elisa Calessi a Omnibus, su La7. Dichiarazione che si contrappone però alle posizioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e della deputata del Pd Lia Quartapelle, in Commissione Esteri di Montecitorio. Gentiloni: "Turchia? Reazione ingiustificata" - "La durezza dei toni usati dalla Turchia non mi pare giustificata tenendo conto che una quindicina di anni fa Giovanni Paolo II aveva espresso valutazioni analoghe", ha spiegato Gentiloni commentando da Barcellona lo "scontro" fra Vaticano e governo turco . "L'Italia ha più volte espresso solidarietà e vicinanza al popolo e al governo armeno per la violenza e le sofferenze che sono state loro inflitti cento anni fa. Quanto al riconoscimento giuridico del genocidio abbiamo sempre invitato i due Paesi, Turchia e Armenia amici dell'Italia, a dialogare per evitare che questa situazione sia di ostacolo ad altre situazioni meno tese". Quartapelle Pd: "Noi stiamo col ministro" - "Noi siamo con il ministro Gentiloni che ha fatto bene a sottolineare la durezza non giustificata dei toni turchi dopo le giuste frasi di papa Francesco sul genocidio armeno - ha spiegato la dem Quartapelle -. Alcuni osservatori ritengono che la reazione di Ankara sia dettata da questioni interne: forse è così ma è nostro dovere ringraziare Bergoglio per le sue parole che ricordano l'orrore del genocidio". 

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