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Italicum, Renzi fa saltare dieci ribelli in commissione

Matteo Legnani
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Con 135 emendamenti all'Italicum presentati a Montecitorio in commissione Affari costituzionali, di cui 11 firmati da parlamentari Pd, la riforma della legge elettorale ha iniziato oggi il suo iter conclusivo prima di approdare nell'aula della Camera. Le votazioni in commissione partiranno domani alle 14.30, ma ad esse non parteciperanno una decina di membri del Pd. L'ufficio di presidenza della commissione, fissato per stasera alle 20.30, sostituirà infatti gli esponenti della minoranza dem che hanno dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore della riforma elettorale. "Verremo sostituiti d'imperio - ha osservato il Pd Andrea Giorgis - perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, Alfredo D'Attorre, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Enzo Lattuca, Gianni Cuperlo, Pier Luigi Bersani, Barbara Pollastrini, Rosy Bindi. E forse Giuseppe Lauricella. Ci sono già state le telefonate". Nel merito è intervenuto Stefano Fassina che giudica "un fatto grave" la decisione del gruppo di sostituire i componenti della minoranza Pd in commissione. Un fatto "conseguenza dell'indisponibilità da parte del presidente del Consiglio a riconoscere le correzioni necessarie affinché il pacchetto" Italicum-riforma del Senato "non porti ad un presidenzialismo di fatto senza contrappesi" che condurrebbe ad una "regressione" della qualità della democrazia.

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