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Dagospia: Renzi ha consultato il Vaticano, vuole candidare la Boschi sindaco di Roma

Giulio Bucchi
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Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi candidata del Pd a sindaco di Roma. A lanciare quella che più che una indiscrezione pare una bomba politica è Dagospia, secondo cui il premier Matteo Renzi avrebbe chiesto a Peter Wells, responsabile dei rapporti con l'Italia del Vaticano, se la Santa Sede appoggerebbe l'eventuale candidatura della Boschi al Campidoglio. Una mossa clamorosa, non tanto nella forma (è prassi bipartisan "avvisare" il Vaticano in questi casi, per evitare scomodi e inopportuni veti su questo o quel nome) quanto nella sostanza. Quando si vota (a Roma) - Come dichiarato dallo stesso Renzi alla radio Rtl, l'impegno del governo per la Capitale è trovare un commissario che traghetti l'amministrazione fino a tarda primavera del 2016, per accompagnare fino a metà strada il Giubileo e poi tornare alle urne tra maggio e giugno. Candidare la Boschi, di fatto, significherebbe per Renzi privarsi del suo braccio destro naturale nonché "volto" politico e non solo dell'operato del governo. Che fine farebbe il "governo delle riforme" senza il ministro che più in questo anno e mezzo ha messo la sua firma su trattative, patti e diktat in Parlamento e fuori? Fine legislatura? - In altre parole, potrebbe il governo andare avanti senza il suo ministro per un altri due anni, partendo dal presupposto che Renzi ha più volte dichiarato di voler terminare la legislatura nel 2018? Se davvero, dunque, Renzi calerà l'asso Boschi sulla Capitale, non può avanzare il dubbio che l'azione di governo sia sostanzialmente esaurita: incassate le riforme, si potrebbe andare tranquillamente al voto anticipato, magari con la speranza di sfruttare un bel successo nella Capitale.

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