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Nasce Sinistra Italiana, Fassina: "Renzi fa il gioco della destra". D'Attorre: "Almeno altri 10 parlamentari Pd verranno con noi"

Giulio Bucchi
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"Ci hanno detto Così fate il gioco della destra. No il gioco della destra lo fa chi fa la destra. Con il jobs act, la scuola, la Rai, l'Italicum, con una visione del Senato e con la Rai. Noi siamo Sinistra Italiana". I fuoriusciti del Pd Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre (in attesa di capire cosa farà Pippo Civati) lanciano così la nuova "Cosa rossa", un misto di Sel e dissidenti piddini anti-renziani che rischia, a livello elettorale, di ottenere lo stesso risultato della Lista Tsipras alle europee 2014: poco o nulla. "Renzi cancella la sinistra" - Al Teatro Quirino va in scena la presentazione del progetto alternativo al Pd, tra veleni, rivendicazioni di campo e ideologia e qualche ospite bizzarro (cosa ci fa lì il repubblicano ed ex berlusconiano Giorgio La Malfa, per esempio?). Nei giorni scorsi anche l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, pur critico contro Renzi, aveva sottolineato che è sbagliato andarsene da Pd e che senza il Partito Democratico non c'è il centrosinistra. I leader di questa Sinistra italiana, ovviamente, non la pensano così: "Comprendo il tormento e il dolore di Pierluigi, ma le cose giuste che lui dice nel Pd oggi sono impossibili", spiega Alfredo D'Attorre. "Sta nascendo qualcosa di nuovo, c'è una nuova sigla ma soprattutto inizia un cammino, la costruzione della Sinistra". "Non ci vogliamo rassegnare al fatto che l'Italia sia l'unico Paese in Europa in cui la sinistra viene cancellata. Noi vogliamo costruire una realtà politica vera, costruire un partito". "Oggi da un lato la sinistra sembra fuori gioco e dall'altro le trasformazioni del capitalismo ci dicono quanto bisogno c'è di sinistra". "In fuga dal Pd" - "Se vogliamo evitare che il nostro popolo guardi al Movimento 5 Stelle - aggiunge D'Attorre - abbiamo il dovere di ricostruire la sinistra", ed evitare "i tentativi in atto di cancellarla nel Paese". Nomina Grillo, l'ex deputato dem, ma l'avversario vero è il suo ex partito. "Vedo qui oggi tanti iscritti al Pd, sarà sempre più così, perché la battaglia nel partito a causa della radicalità della deriva renziana non è più possibile". "C'è almeno una decina di parlamentari del Pd che si sta interrogando - rivela poi -. Li ho sentiti, c'è una riflessione ancora in corso. Immagino ci siano in futuro altre adesioni. Soprattutto nei territori". Il richiamo è a un simbolo storico del comunismo italiano: "Onesta, sobrietà, trasparenza, non a chiacchiere ma con testimonianza di vita. Per noi Berlinguer non è un pezzo museale ma eredità vivente". E anche "generosità: basta liberismi e individualismi. Abbiamo un'altra idea della politica, siamo una squadra e una comunità. Prima viene il progetto e poi le ambizioni individuali".

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