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Massimo Cacciari: "Cervello all'ammasso. Ecco di chi deve avere paura Renzi"

Eliana Giusto
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"Senza un partito non si va lontano" e Matteo Renzi, il "fanciullo", ha cominciato "a capirlo". Parola di Massimo Cacciari che in una intervista al Fatto Quotidiano commenta l'iniziativa del premier di mettere banchetti nelle piazze. Ma il filosofo, voce critica del Pd, avverte: "Il nodo è Milano, lì non si può perdere". Il Pd, spiega Cacciari "non è più radicato sui territori, la sua struttura è smottata negli ultimi cinque - sei anni. E adesso Renzi cerca di correre ai ripari. Meglio tardi che mai". L'errore di Renzi è che "ha pensato e voluto solo un partito monolitico. D'altronde il ragazzo non ha una cultura politica ben salda. È dotato di enorme volontà, della capacità di decidere. Ma ha sempre trascurato certe contraddizioni". Per esempio, Renzi ha sempre detto "Potere alla politica". Ma poi alle "amministrative è costretto a ricorrere a quelli della vecchia guardia come Vincenzo De Luca o Piero Fassino, oppure a prefetti e tecnocrati. Quando presenta i suoi, come è avvenuto in Liguria o in Veneto (vedi Raffaella Paita e Alessandra Moretti, ndr), prende delle bastonate tremende". Perché "non ha costruito una classe dirigente. E non ha un partito". A Milano con Giuseppe Sala "si potrebbe vincere abbastanza facilmente, perché è un nome trasversale".  Non solo il Pd deve anche rendersi conto della pericolosità del M5S: "Gli italiani si sono affidati a Berlusconi, non vedo perché non possano affidarsi ai Cinque Stelle. Questo Paese ormai ha portato il cervello all'ammasso".

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