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Clamoroso attacco a Renzi sul Corriere: perché rischia la galera

Giulio Bucchi
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L'ombra delle manette per Matteo Renzi. A sostenerlo, forse provocatoriamente ma "Costituzione alla mano", è niente meno che sul Corriere della Sera il più illustre (e influente) costituzionalista italiano, Michele Ainis. Da sempre considerato molto vicino a Giorgio Napolitano, l'esperto scrive un editoriale di fuoco contro il premier e il suo invito all'astensione sul referendum delle trivelle di domenica prossima. A suo avviso la battaglia contro il quorum è una "deriva ingannevole e sleale" (giovedì Renzi aveva definito il referendum "una bufala, astenersi è costituzionalmente legittimo"): "Approfitta della quota d'astensionismo fisiologico per sabotare il referendum - scrive Ainis -, sommando agli indifferenti i contrari, mentre i favorevoli non hanno modo di moltiplicare il sì, mica possono votare per due volte. Dunque l'appello all'astensione è un espediente, se non proprio un trucco, come affermò Norberto Bobbio nel 1990". Perché Renzi rischia la galera - La bacchettata del costituzionalista è diretta anche allo stesso Napolitano, che aveva a sua volta definito "pretestuoso" il referendum invitando di fatto gli italiani a disertare le urne. "Il voto è anche un diritto. E ciascuno resta libero d'esercitare o meno i diritti che ha ricevuto in sorte - spiega però Ainis -. Ma questo vale per i cittadini, non per quanti abbiano responsabilità istituzionali. Loro sono come i professori durante una lezione: non possono dire tutto ciò che gli passa per la testa, perché hanno un ascendente sugli allievi, e non devono mai usarlo per condizionarne le opinioni". Non è solo una questione etica o morale, perché, e qui arriva il ballo, Ainis ricorda come esista una norma che condanna al carcere chi induce all'astensione: "è l'articolo 98 del testo unico delle leggi elettorali per la Camera, cui rinvia la legge che disciplina i referendum. Norme eccessive, di cui faremmo meglio a sbarazzarci". "Chiunque sia investito di un potere, servizio o funzione pubblica - ricorda Ainis - è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni se induce gli elettori all'astensione". Neanche i più irriducibili anti-renziani osavano sperare tanto.

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