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Parlamento, fumata nera a Camera e Senato

Andrea Tempestini
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  Inizia la XVII legislatura, che si annuncia molto breve. Il primo atto è l'elezione dei presidenti di Camera e Senato. L'esito è stato quello ampiamente preannunciato: fumata nera in tutti e due i rami del Parlamento. Pier Luigi Bersani, infatti, ha invitato la pattuglia democratica a votare scheda bianca, nutrendo ancora la flebile speranza di trovare un accordo con i grillini. Una mossa disperata, a cui ha replicato il Pdl con la medesima moneta: "Scheda bianca", un messaggio ai democratici, ai quali si chiede di smettere di inseguire Grillo e di varare un governo di laghe intese con il Pdl e i montiani.  Fumate nere - Così, come detto, è andata a vuoto la prima votazione al Senato: 246 schede bianche, più della metà dei componenti dell'emiciclo, e così nessun candidato ha raggiunto i 161 voti necessari per aggiudicarsi la poltrona di seconda carica dello Stato. Nei "parziali", in testa c'era Orellana, il candidato cinquestellato (una curiosità: Domenico Scilipoti ha raccolto un voto). Stesso esito anche alla Camera: le schede bianche hanno superato quota 210, e quindi non "habemus" presidente. Al Senato, la seconda - inutile - votazione inizierà alle 16. Sempre alla Camera, fumata nera anche alla seconda votazione. Al secondo scrutinio le schede bianche sono state 450 schede. Il più votato è stato Roberto Fico (M5S), che ha incassato 110 voti. Da notare che Fico ha ottenuto un voto in più rispetto alla consistenza numerica del suo gruppo (109). Le schede bianche sono state 450. Alle 17 è scatta la terza votazione. I risultati parlano di un'altra, l'enensima fumata nera. Al terzo scrutinio: 113 voti Fico (M5S), Madia 10, 428 bianche, 9 nulle, 43 sparse, 20 assenti. Faida democratica - Ma non c'è solo la politica nelle aule parlamentari, che almeno in questo primo giorno di legislatura non possono riservare nessuna sorpresa. La politica, oggi, si gioca tutta nei partiti (o movimenti...), nelle dichiarazioni dei leader e dei tentativi di trovare un accordo per la formazione di una maggioranza. Occhi puntati su Bersani, che però con la mossa della "scheda bianca", di fatto, ha ulteriormente spaccato un Pd già travolto dalle correnti interne. I parlamentari renziani, per esempio, sono esplosi contro il segretario: "Votare scheda bianca è pazzesco, lunare. Come l'idea di dare una Camera a Grillo", ripetevano in coro nella saletta dell'Hotel Cavour. Matteo Renzi, da par suo, cerca di gettare acqua sul fuoco e dice: "Attenetevi alle decisioni dei gruppi". Qui Pdl - Poi c'è il capitolo Silvio Berlusconi, grande assente. Non si è presentato al Senato: il Cavaliere, continua ad osservare l'evoluzione della scena politica e cerca di scacciare l'assedio giudiziario. Berlusconi è al San Raffaele, ricoverato per l'uveite, forse verrà dimesso nel pomeriggo ma "non prima delle 17", ha spiegato il medico personale, Zangrillo. La linea del Pdl, quindi, la chiarisce il segretario Angelino Alfano: "Siamo disinteressati alle presidenze di Camera e Senato, vogliamo invece un presidente della Repubblica di Garanzia, super partes". "Democrazia" grillina - E poi c'è Beppe Grillo, che osserva i suoi nel primo giorno in Parlamento e continua a spararle sempre più grosse, ovviamente sul blog: "La storia ha inizio", ha scritto il guitto ligure. E ancora: "Grazie ai cittadini portavoce del M5S questo Parlamento sarà il più giovane e rosa della Storia repubblicana". E i grillini, tra gaffe e inadeguatezza, sono le vere star di questo primo giorno di Parlamento. Per quel che riguarda i presidenti di Camera e Senato, i grillini, professionisti della democrazia, hanno le idee chiarissime: "Se non c'è il nostro candidato non abbiamo nessuno da votare", ha spiegato il capogruppo al Senato, Vito Crimi.  

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