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Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi fa saltare l'alleanza: no alla quarta gamba con gli ex Dc

Andrea Tempestini
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La quarta gamba del centrodestra rischia di restare zoppa. Ieri, infatti, Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto hanno ufficializzato l'accordo, ma il matrimonio non è piaciuto a Vittorio Sgarbi che ha abbandonato la compagnia. Proprio il critico d'arte, l'altra sera, aveva abbozzato un logo con la sua creatura, Rinascimento, più l'Udc e Noi con l'Italia. Leggi anche: La bordata di Sgarbi contro Papa Francesco: "Chi è, davvero" Il risultato grafico era stato gradito, pare anche da Silvio Berlusconi. Poi, improvvisamente, la situazione è precipitata. E rischia di costituire un problema in vista del prossimo vertice tra il Cavaliere e gli alleati Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Soprattutto la Lega (ma anche Fratelli d'Italia) non vuole imbarcare chi ha sostenuto i governi Monti, Letta, Renzi o Gentiloni. Fatto sta che ieri pomeriggio Udc e Noi con l'Italia hanno accelerato, annunciando le nozze «per unire sotto le stesse insegne il fronte liberale e l'anima cattolica del centrodestra», come hanno scritto alcune agenzie di stampa. Il via libera è arrivato dopo un vertice tra i leader della cosiddetta quarta gamba (da Raffaele Fitto a Maurizio Lupi) e Lorenzo Cesa. Obiettivo: centrare il 3%. Il simbolo sarà quello di Noi con l'Italia con all'interno lo scudocrociato, lo storico emblema della Balena bianca. Della partita doverebbe essere anche l'Udeur di Clemente Mastella. E si sarebbe riaperta la trattativa con Idea di Gaetano Quagliariello. Questi ultimi dovrebbero far capo alla formazione guidata da Cesa, ma sono ancora da studiare le modalità dell'alleanza. Come detto, resta tagliato fuori Rinascimento di Sgarbi (e Giulio Tremonti, il quale potrebbe essere ospitato anche nelle liste della Lega o di Forza Italia). Sempre l'altro giorno, infatti, prima del summit tra Cesa e i leader di Noi con l'Italia, si è tenuto un incontro tra Fitto, Cesa e Paolo Naccarato di Rinascimento che si sarebbe concluso con un nulla di fatto, mentre Sgarbi faceva sapere di essere pronto anche a correre da solo. A rottura certificata, Sgarbi attacca: «Il gruppo Noi con l'Italia è formato prevalentemente da riciclati, membri del governo Renzi, cacciati o dimissionari come Costa e Lupi. Pensano di guidare un gruppo con Cesa il cui unico obiettivo è ritornare in Parlamento». E poi: «Dopo avere tessuto un accordo con Lorenzo Cesa a partire dal 24 dicembre, fino alla definizione del simbolo variamente rielaborato e infine concordato con Ghedini per l'ammissione di una quarta componente dell'alleanza di centrodestra, ho malinconicamente dovuto verificare l'impossibilità logica e politica di perseguire questo pur attraente obiettivo». Sgarbi parla di «bad company guidata da Fitto» che «ha il solo obiettivo di rendere incoerente l'azione politica del centrodestra e accentuare il contrasto tra Berlusconi e Salvini». Spettatore interessato è Stefano Parisi. L'ex candidato sindaco di Milano per il centrodestra spiega a Il Dubbio: «Va riqualificata la classe politica e le va restituito l'onore. Si deve tornare all'idea che del pubblico potere il nostro Paese ha avuto fino a qualche lustro fa. Altrimenti rischia di prevalere un fronte composto da antagonisti della politica, anche da magistrati, in grado di sovvertire il nostro ordine costituzionale. Il centrodestra può riuscirci ma deve tenere presente che battere il vero avversario sarà difficile e che senza di noi non può farlo».

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