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Marco Minniti, il retroscena sulla candidatura a Reggio Calabria: rischia la sconfitta e la poltrona da premier

Giovanni Ruggiero
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L'ordine di scuderia nel Pd prevede che tutti i ministri del partito si debbano spendere in prima persona in campagna elettorale. Da Paolo Gentiloni a Graziano Delrio, passando per Dario Franceschini, Andrea Orlando e Marco Minniti, ognuno dovrà combattere in un proprio collegio, con la garanzia ovviamente di essere eletti perché inseriti anche nel listino proporzionale, un bel paracadute che non evita clamorose figure di palta. Leggi anche: Rivoluzione Minniti, le nuove regole per le moschee in Italia Uno dei più esposti al flop è il ministro dell'Interno Minniti, che per questioni di mera appartenenza geografica non usufruirà dei rassicuranti collegi rossi in Emilia-Romagna, ma a casa propria, a Reggio Calabria. Il titolare del Viminale non avrebbe preso benissimo l'idea di dover andare casa per casa a caccia di voti. Come conferma un retroscena sulla Stampa, chi conosce bene il ministro e il suo territorio non nasconde quanto sia complicato fare una campagna elettorale in quei territori, a maggior ragione se c'è anche il ministero più delicato da gestire proprio in virtù della campagna elettorale. Leggi anche: Al ministro consegnano il tapiro gigante, lui reagisce malissimo In ballo per Minniti non c'è solo la faccia, in caso di una sconfitta nel collegio uninominale da ministro uscente. Il suo nome è da tempo accreditato nella rosa di possibili premier, soprattutto in caso di un governo di larghe intese. Da sconfitto a casa propria, l'ultima cosa che potrebbe fare l'oberato Minniti sarebbe proprio il presidente del Consiglio. 

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