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Silvio Berlusconi, la clamorosa conversione di Achille Occhetto: "Un capolavoro politico"

Giulio Bucchi
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È stato la prima, famosissima vittima di Silvio Berlusconi, tanto da perdere faccia e posto. Asfaltato alle politiche del 1994, Achille Occhetto ha avuto il buon gusto di dimettersi dalla "gioiosa macchina da guerra" del Pds e seguire le vicende della sinistra italiana da posizione più defilata. I suoi giudizi, però, fanno sempre rumore. E ora il suo elogio al Cavaliere suona clamoroso. Nel suo libro Respubblica, il giornalista e scrittore Giampiero Marrazzo raccoglie il parere dell'uomo che, da ultimo segretario, ha seppellito il Partito comunista italiano. Ne esce un ritratto obiettivo di Berlusconi: "L'elemento che ha determinato la nostra sconfitta fu la capacità di Berlusconi di mettere insieme il populismo montante, determinato dalla rabbia suscitata da Mani Pulite, incarnato poi da due suoi alleati, Msi e la Lega, con i maggiori responsabili della Prima Repubblica". Di fatto, parole sue, "un capolavoro politico" del Cav. E poi rivela perché non si candidò egli stesso a premier: "Non avremmo potuto vincere, se avessero retto i popolari avremmo portato Carlo Azeglio Ciampi a Palazzo Chigi". 

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