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Antonio Di Pietro fuori dalle liste? Sbrocca: "Tutta colpa dell'inciucio"

Andrea Tempestini
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Mancava soltanto l'ufficialità, che ora è arrivata: Antonio Di Pietro sconfitto ancora, ha perso, è fuori dalle liste del Pd. Già, perché il re delle manette non sarà candidato in Molise, così come aveva auspicato. Salta la sua candidatura e il diretto interessato si dice "amareggiato": a sbarrargli la strada sarebbe stato Matteo Renzi in persona. D'altra parte, Di Pietro si è giocato al peggio le sue possibilità: inizialmente aveva affermato che per lui non cambiava nulla tra il correre con il Pd o con Liberi e Uguali. Successivamente, quando sembrava fatta con il Pd, affermò che non avrebbe obbedito a Renzi. Morale della favola? Se ne resta a casa. E sbrocca: "Sono stato usato come lo specchietto per le allodole. Renzi i e i suoi ascari preferiscono avere rapporti con un pregiudicato piuttosto che con un giustizialista: il Pd molisano mi voleva, Roma no. Ecco la prova dell'accordo che già c'è tra Matteo e Silvio, il nuovo inciucio", ha continuato. E ancora: "Mi pare che Renzi non umili solo la minoranza di Orlando, ma anche i suoi stessi renziani. Il veto sul mio nome c'era da tempo, evidentemente, era meglio se me lo dicevano prima, io mi ero solo messo al servizio del mio Molise, ma certo gli inciuci non li avrei mai votati. Quindi - chiude l'ex pm - anche in questo caso il Pd si dimostra subalterno a Berlusconi". Leggi anche: Di Pietro senza vergogna: la frase, da Giletti, sulla giustizia in Italia

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